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Le Borse Ue chiudono deboli. Il voto al Senato non accende lo spread. Yellen: “Da Covid devastazione, ora ricostruire economia”

Gen 19, 2021

MILANO – Ore 16:25. Le Borse europee si indeboliscono nel pomeriggio durante una seduta caratterizzata dall’attesa per l’insedimento del nuovo presidente Usa Joe Biden, previsto per domani. Una prima indicazione sulle mosse della nuova amministrazione Usa potrebbe arrivare già oggi quando in Senato è atteso l’intervento della futura segretaria al Tesoro, Janet Yellen, in cui l’ex numero uno della Fed dovrebbe esprimersi anche sul prossimo maxi piano di stimoli che la Casa Bianca vuole varare per risolllevare l’economia Usa. “Nè il presidente eletto (Joe Biden), né io, proponiamo questo piano di aiuti senza un aumento del peso del debito sul paese. Ma in questo momento, con i tassi di interesse ai minimi storici, la cosa più intelligente da fare è agire in modo importante”, dovrebbe dire Yellen, in base a quanto emerge dagli estratti del suo discorso.

Nel pomeriggio, Milano è così in liee calo dello 0,05%. Tornano in leggero rialzo anche le altre Piazze europee: Londra sale dello 0,26%, Francoforte dello 0,14% mentre Parigi arretra dello 0,34% A Piazza Affari dopo il debutto sprint di ieri, riflettori ancora su Stellantis con il nuovo amministratore delegato Carlos Tavares che parlerà i conferenza stampa per la prima volta dalla nascita ufficiale del gruppo e con il titolo che dopo l’esordio in Europa, ha fatto il bis questo pomeriggio a Wall Street. Sulla Borsa americana si registrano i conti di BofA che ha visto scendere del 21,7% l’utile del quarto trimestre a 5,47 miliardi di dollari. Oltre le stime, invece, i 4,4 miliardi di dollari dell’ultimo trimestre dell’anno registrati da Goldman Sachs. Positivi i principali indici nel pomeriggio: il Dow Jones sale dello0,31% e il Nasdaq dello 0,71%. In Asia, deboli i listini cinesi con l’aumento dei casi Covid nel Paese, mentre Tokyo archivia la seduta con un robusto +1,39%.

Sulla sponda domestica l’attenzione è invece tutta per il voto al Senato sulla fiducia per il governo Conte. Dopo l’addio degli esponenti di Italia Viva dall’esecutivo, il presidente ora è in cerca di “costruttori” per puntellare la maggioranza. Come già nei giorni scorsi lo spread, tradizionale termometro delle preoccupazioni degli investitori, non sembra credere a una accelerazione della crisi. Il differenziale si conferma in calo nel primo pomeriggio a 112 punti base dai 115,8 della chiusura di ieri. Il rendimento del decennale italiano oscilla sullo 0,6 per cento.

Tra i dati macroeconomici non scuote i listini l’aggiornamento mensile dell’indice Zew sulle attese economiche in Germania, cresciuto a 61,8 punti rispetto ai 55 di dicembre, sopra le aspettative degli economisti che si attendevano un dato intorno ai 60 punti.

Dal lato delle valute l’euro risale legermente pur restando sotto soglia 1,21 dollari. La moneta europea passa di mano a 1,2093 dollari e 125,79 yen. Il cambio dollaro/yen è invece in rialzo a 104,02.

Il clima di ottimismo che si registra sul mercato si fa sentire anche sull e quotazioni del petrolio. Il Wti americano con consegna a febbraio guadagna lo 0,1% a 52,41 dollari al barile, mentre il Brent quotato a Londra è a 55,17 dollari, con un guadagno più consistente dello 0,77%.

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