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Le Borse si rafforzano con Wall Street, spiragli di dialogo sul commercio

Gen 4, 2019

MILANO – Ore 10:20. Le Borse provano a recuperare terreno dopo un inizio di 2019 choc, con la crisi di Apple che si è sommata ai timori di rallentamento economico facendo precipitare i listini. A riportare un po’ di sereno sono anche le notizie di riavvio del dialogo commerciale tra Usa e Cina.

I mercati europei si rafforzano dopo l’avvio positivo: Milano sale dell’1,5% con il comparto bancario bene intonato. Toniche anche le altre Piazze: Londra aggiunge lo 0,7%, Francoforte l’1% e Parigi lo 0,9%.

Già in mattinata, in Cina, si era visto un rialzo degli indici: Shanghai ha recuperato oltre 2 punti percentuali e Shenzhen ha aggiunto il 2,6%. Discorso a parte per Tokyo, che ha chiuso in calo del 2,26%: la Borsa nipponica era rimasta chiusa nelle sedute precedenti e ha quindi ‘accumulato’ le perdite globali delle ultime ore, inoltre il rafforzamento dello yen si è fatto come sempre sentire sulle valutazioni azionarie.

A Piazza Affari le attenzioni si puntano sempre su Carige, con il governo attento al dossier e la caccia al soggetto che possa aggregare l’istituto ligure. In calo lo spread fra Btp e Bund che segna 267 punti dopo che ieri era salito a quota 270 punti. Il rendimento del decennale italiano è pari al 2,84%.

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Negli Stati Uniti (dove ieri Wall Street ha perso il 2,8% con il Dow Jones e il 3% con il Nasdaq) si guarda al rapporto sul mercato del lavoro e al Pmi servizi, in attesa delle parole di Jerome Powell. I future sulla Borsa Usa sono in recupero. Nella notte, la Camera ha approvato una doppia legge di spesa pensata per mettere fine alla parziale paralisi del governo federale (shutdown), iniziata il 22 dicembre scorso, ma priva dei fondi che il presidente Trump esige per la costruzione del muro al confine col Messico. Per questo quella legge sembra morta in partenza, ma potrebbe fare da base per riavviare almeno parzialmente le attività.

Sul mercato valutario il panorama si presenta senza scossoni per le quotazioni dell’euro,che viene scambiato a 1,139 dollari (-0,01%). La divisa nipponica perde quota a 108,3 (-0,6%) sul dollaro con gli investitori che guardano ai colloqui fra Cina e Usa per riannodare il dialogo sulle misure commerciali e alle possibili mosse delle autorità del Giappone, che si riuniscono oggi dopo la pausa delle festività, per smorzare la forza della valuta.

Rep

Dal fronte macroeconomico sono arrivate indicazioni positive. L’indice Pmi Caixin sui servizi di dicembre, con l’inatteso balzo a 53,9, porta la schiarita sui mercati insieme alle indicazioni del premier Li Keqiang sulla ulteriore riduzione delle riserve obbligatorie delle banche e sul taglio delle tasse a sostegno delle aziende private e piccole. In risalita anche l’indice Pmi giapponese sul settore manifatturiero, con 52,6 punti a dicembre e ben sopra la soglia di 50 che delimita espansione da contrazione economica. Ha deluso, nell’Eurozona, il Pmi dei servizi che è sceso ai minimi da quattro anni a 51,1 punti. A fronte della contrazione di Francia e Germania, il dato italiano è stato in recupero a 50,5 punti.

Inoltre, come accennato, fa ben sperare l’annunciata delegazione Usa che dovrebbe riaprire la trattativa sul fronte commerciale, il primo appuntamento ufficiale dopo la tregua di tre mesi che Trump e Xi avevano raggiunto nel G20 di Buenos Aires.

Nel reparto delle materie prime, la forte incertezza degli ultimi giorni con i timori di una recessione globale ha lasciato il segno sul prezzo dell’oro che ha ripreso la soglia dei 1300 dollari l’oncia. Il metallo con consegna immediata sale così dello 0,4% e torna ai livelli dello scorso giugno grazie alla domanda in aumento per i beni rifugio. Come spia delle paure del rallentamento economico c’è anche il calo dei rendimenti dei Treasury Usa a 2, 10 e 30 anni: nella scadenza decennale ad esempio si è vista una discesa dello 0,98% al 2,557%, il calo più forte dal maggio scorso. Anche la Fed è ora vista molto più cauta nel suo rialzo dei tassi. Prosegue infine il recupero del prezzo del petrolio sui mercati, spinto dalle basse quotazioni del dollaro. Il greggio Wti avanza dell’1,7% a 47,6 dollari al barile contro i 45 di inizio anno. Avanza anche il Brent a 56,4 dollari (+0,9%).

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