MILANO – Ore 9:45. Un piccolo segnale di distensione nella guerra di logoramento tra Usa e Cina fa ben sperare i mercati, con i listini europei aprono in cauto rialzo. Il dipartimento del Commercio degli Stati Uniti consentirà a Huawei di acquistare alcuni prodotti made in Usa, al fine di garantire il funzionamento dei network già esistenti e per consentire a chi utilizza gli smartphone del gigante cinese di effettuare gli aggiornamenti ai software necessari: una sorta di ‘moratoria’ al bando della durata di 90 giorni, al termine del quale il dipartimento deciderà se accordare o meno una ulteriore proroga.
Stando ad altre indiscrezioni, Google avrebbe deciso inoltre di interrompere per il momento il piano volto a vietare a Huawei l’accesso alla licenza del suo sistema operativo Android. Ieri, i titoli tecnologici di tutto il mondo sono affondati, scontando anche la notizia dello stop delle forniture di chip a Huawei da parte di titani del settore hi-tech come Intel e Qualcomm.
Milano segna un progresso dello 0,5% dopo le prime battute, con Telecom e Stm che rimbalzano e la prima che beneficia di conti trimestrali superiori alle attese. Londra sale dello 0,4%, come Francoforte, e Parigi dello 0,1%.
Questa mattina, invece, i listini asiatici hanno chiuso in ordine sparso in scia alla notizia dei 90 giorni di finestra aperta dagli Usa prima di far scattare il bando a Huawei. La Borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso mentre gli altri mercati hanno virato in territorio positivo per la parziale distensione dalla Casa Bianca: Shanghai in rialzo dell’1,4%; Hong Kong, piatta, Seoul +0,44%, Sidney +0,29%. Sulle azioni cinesi, ragiona con Bloomberg Sun Jianbo, presidente di China Vision Capital Management a Pechino, gioca a favore anche l’opportunità di inserirsi nella catena di fornitori tecnologici di Huawei, una volta che gli approvvigionamenti dagli Usa saranno bloccati. “La filiera globale delle Tlc può tranquillamente lavorare senza i fornitori americani”, dice l’esperto. “In ogni caso, difficilmente la Cina e gli Stati Uniti permetteranno di arrivare al peggior scenario della loro guerra, che significherebbe mettere dazi e barriere su ogni partita commericale e porterebbe a grandi perdite per entrambi”. Wall Street è reduce da un calo del Dow Jones dello 0,3%, mentre il Nasdaq è scivolato dell’1,4%.
Lo spread tra Btp e Bund tedesco apre stabile a 277,5 punti con un rendimento al 2,68%. L’euro apre in calo sotto 1,12 dollari. La moneta europea passa di mano a 1,1155 dollari e 122,89 yen. Dollaro/yen a 110.16. In giornata si attendono il rapporto dell’Ocse sull’andamento economico e la fiducia dei consumatori europei.
Tra le materie prime, l’oro è in calo sui mercati asiatici a 1.274,90 dollari l’oncia che rappresentano una flessione dello 0,23%. Il petrolio è invece in rialzo a 63,41 dollari per il barile Wti e a 72,14 dollari per il Brent.