• 2 Novembre 2024 5:23

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Le Borse migliorano dopo i timori per i nuovi lockdown. La Cina conferma la ripartenza di industria e consumi

Dic 15, 2020

MILANO – Le nuove chiusure che da Londra a New York, passando per la Germania, caratterizzano l’avvicinamento al Natale segnato dal Covid pesano anche sui mercati finanziari. Le azioni asiatiche hanno registrato la peggior performance del mese e i future su Europa e Wall Street sono deboli, dopo che ieri sera la Borsa americana ha chiuso mista.

Se da una parte c’è ottimismo per la partenza della campagna vaccinale negli Stati Uniti, d’altra parte non si vede ancora la parola fine sulle trattative tra Dem e Rep per arrivare al piano di stimoli da oltre 900 miliardi di dollari invocato da aziende e famiglie.

Le Borse asiatiche procedono in calo: a Hong Kong, l’indice Hang Seng cede lo 0,63%. In Cina continentale la Borsa di Shanghai cala dello 0,03%. Il Sensex perde lo 0,38%. A Tokyo il Nikkei termina lasciando sul terreno lo 0,17% a 26,687.84 punti, mentre il Topix scende dello 0,47% a 1,782.05 punti. Ieri sera, Wall Street ha terminato in ordine sparso: il Dow Jones ha chiuso in flessione dello 0,62% a 29.861,55 punti, l’S&P 500 in calo dello 0,44% a 3.647,49 punti e il Nasdaq in progresso dello 0,50% a 12.440,04 punti.

Chi sembra sempre più fuori dalle secche della pandemia è la Cina, almeno secondo i dati macroeconomici arrivati anche questa mattina. La produzione industriale di novembre ha segnato una crescita del 7% a novembre, centrando le attese degli economisti tracciate da Bloomberg, e le vendite al dettaglio sono salite del 5%. In linea con le aspettative anche la dinamica degli investimenti fissi lordi che nei primi undici mesi dell’anno sono saliti del 2,6% sul 2019. Come nota l’agenzia finanziaria, il rimbalzo assume dunque consistenza e dopo lo choc del primo trimestre mostra una ripartenza industriale alla quale ha fatto seguito, e si sta confermando, quella dei consumi. La spinta del Single Day di metà novembre ha senz’altro contribuito al dato, ma l’aggregato delle vendite nei primi undici mesi dell’anno resta comunque del 4,8% inferiore a quello del 2019.

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