Quando ci si trova in una situazione spiacevole con le Forze dell’Ordine durante la guida, la tentazione di accampare scuse di ogni tipo può sembrare allettante. Sperare di farla franca puntando sulla scaltrezza non è, però, mai una buona idea, in quanto gli agenti riusciranno a captarlo subito. Avendo una certa esperienza con i conducenti (sapete, non siete gli unici…), si accorgeranno al volo se provate a mentire o addirittura a farsi beffe di loro.
In tal caso, anziché scampare a una sanzione, rischiereste di inimicarvi le autorità. Circostanze simili vanno affrontato con onestà, onde evitare di vedere la situazione e di pentirsene poi, a multa comminata. Individuare una soglia di confine da osservare permetterà di contenere la “battuta d’arresto”. Esaminiamo ora, nel dettaglio, alcune delle scuse più gettonate e le ragioni che dovrebbero trattenervi dall’utilizzarle.
Chiamata urgente
Dire, tra mille scuse, di non aver potuto fare a meno di rispondere ad una chiamata urgente, è ben lungi dall’essere definita buona idea. Se si viene sorpresi a maneggiare il telefonino, tanto vale fare ammenda, e rimettersi alla magnanimità del poliziotto. Che, diffidenti per natura (e dovere), riconosceranno al volo la bugia. E sapete cosa li può fare indispettire ancora di più? “È la prima volta che mi capita”. A meno di volersi cacciare nei guai, per puro spirito masochistico, è meglio cospargersi – in senso figurato – il capo di cenere. Perché gli agenti, oltre a sentirsi presi in giro, avranno l’opposta sensazione che sia un vizio.
Le indagini di settore indicano che quella di usare il telefonino al volante è uno dei grandi “classici” dei conducenti. Correre simili azzardi costituisce un grave errore, poiché significa esporre la propria incolumità e quella degli altri utenti della strada in serio pericolo.
Di conseguenza, il Governo Meloni ha pensato a inasprire le pene. Con la riforma del Codice della Strada, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha intrapreso una crociata contro la brutta piaga. Rispettare la normativa riduce in maniera drastica il rischio di incorrere in incidente.
Mamma in ospedale
Veniamo al secondo punto della “not to do list”. Con la polizia scuse come quella di avere la mamma in ospedale, quando si guida senza fare troppa attenzione al tachimetro e non si è del tutto certi di non aver superato i limiti di velocità, sono da evitare perché, oltre a essere abbastanza opinabili in quanto a originalità, riguardano circostanze facilmente verificabili dagli agenti.
Dispongono, infatti, di strumenti e procedure utili a verificare, con una certa rapidità e precisione, l’attendibilità delle affermazioni. Innanzitutto, hanno diritto a richiedere ulteriori dettagli in proposito. E poi hanno accesso diretto a risorse in ambito sanitario per confermare, con descrizione ma efficacia, la presenza effettiva di una persona in una determinata struttura, soprattutto se in situazioni delicate, tra cui incidenti stradali o gravi infrazioni.
Inoltre, è bene considerare la possibilità di verificare lo stato della velocità del veicolo attraverso dispositivi quali autovelox e telecamere di sorveglianza stradale, che rilevano i dati in tempo reale e registrano i passaggi delle vetture in particolari punti.
Intolleranza agli alcolici
Se si vuole celare l’evidenza, reale o presunta, di aver bevuto qualche bicchierino non è il caso di uscirsene con dichiarazioni sulla propria scarsa tolleranza agli alcolici o cose simili, perché non serviranno ad altro che a convincere i poliziotti della necessità del temuto, quanto infallibile, test dell’ etilometro .
Documenti dimenticati
Tra le scuse già note alla polizia c’è quella di aver appena cambiato borsa o portafogli e di aver dimenticato di trasferire la patente e gli altri documenti che, oltre ed essere inutile, non depone a favore dell’affidabilità del guidatore che ne è stato trovato sprovvisto.
Ritardo al lavoro
Addurre il rischio di tardare al lavoro per evitare i controlli di rito non servirà a scongiurare una multa, se del caso, perché non farà che suscitare nei poliziotti, lavoratori anch’essi, oltre ad una comprensibile irritazione, l’ovvia considerazione che per essere puntuali è necessario muoversi con un certo anticipo.