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Lavori socialmente utili per gli immigrati

Ott 29, 2016

Lavori socialmente utili per i migranti: lo mette nero su bianco il governo nel documento programmatico di bilancio 2017. Il testo pubblicato dal Mef (ministero dell’Economia e Finanze) delinea, tra l’altro, le previsioni di spesa per l’impegno dell’Italia sui migranti. Ricorda che in corso di elaborazione un Piano per l’accoglienza diffusa in particolare che si pone come obiettivo tendenziale la distribuzione equa su 8 mila comuni dei migranti. Poi, la novit: Il Piano tiene anche conto della necessit di adottare una specifica normativa per consentire i lavori socialmente utili, la formazione ai migranti e la loro integrazione nel tessuto sociale.

L’impiego diffuso nei centri abitati in lavori socialmente utili degli immigrati accolti come rifugiati dunque un obiettivo dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi. Lui stesso di recente ha osservato: Bisogna evitare che chi viene qui in attesa di essere giudicato rifugiato stia a passare il tempo senza fare niente. Perch questo crea anche insofferenza. In questa linea, del resto, da diverse settimane tra i ministeri guidati da Angelino Alfano (Interno), Giuliano Poletti (Lavoro) e la Presidenza del Consiglio c’ allo studio dei tecnici l’impiego di 3mila rifugiati nel servizio civile nazionale, progetto finanziato dal Fami (fondo asilo, migrazione e integrazione): soldi provenienti dall’Unione europea con destinazione specifica ed esclusiva.

Il documento del ministero dell’Economia, guidato da Pier Carlo Padoan, fa emergere come tra il 2016 e il 2017 ci sia un aumento della spesa pari a mezzo miliardo. L’impatto complessivo sul bilancio italiano della spesa per migranti, in termini di indebitamento netto e al netto dei contributi dell’Unione europea, attualmente quantificato in 2,6 miliardi per il 2015, previsto pari a 3,3 miliardi per il 2016 e 3,8 per il 2017, in uno scenario costante ossia in assenza di un ulteriore acuirsi della crisi. Nel cosiddetto scenario in crescita ipotizzato dal Mef le stime dei costi lievitano: 4,227 miliardi per il 2016 e 4,261 per l’anno prossimo. Ma anche nella prima ipotesi l’incremento di spesa inevitabile: Il sistema dell’accoglienza si trova a dover far fronte a una crescita esponenziale delle presenze che esercita una considerevole pressione sul territorio, mettendo alla prova la capacit di ricezione.

I numeri aggiornati a ieri del ministero dell’Interno sono peraltro eloquenti. Sono 158.515 i migranti sbarcati dall’inizio dell’anno (+13% rispetto al 2015); e 171.938 gli stranieri ospitati nei centri di accoglienza, a cui vanno sommati 19.429 minori non accompagnati. Sul dramma dei minori il Mef esplicito: si tratta di un’enorme sfida in termini di adeguatezza degli alloggi, della supervisione e dell’introduzione scolastica. Le richieste d’asilo, poi, quest’anno confermano il trend dello scorso anno e sono pari a 72 mila domande nei primi 8 mesi del 2016 come si legge nel documento di bilancio.

In questo quadro i fondi stanziati dal governo per il 2016 – circa 600 milioni – per pagare i servizi erogati nei centri di accoglienza arriveranno a giorni. Una quota, circa 300, sar disponibile gi dalla prossima settimana e il dicastero dell’Interno potr dare corsi ai pagamenti per i gestori fermi al 31 marzo scorso. I prefetti delle 107 province d’Italia stanno invece studiando le mosse per l’ultima indicazione del ministro Alfano sulla distribuzione migranti. Scatta, infatti, una clausola di salvaguardia per i centri comunali gi aderenti allo Sprar, il servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Il ministro ha emanato una direttiva: dare assistenza ai rifugiati tocca adesso ai Comuni che finora non l’hanno fatta. Ma non un meccanismo automatico. E nuove barricate non si possono escludere.

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