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Mark Wahlberg: «Amo interpretare eroi per caso. Ora un film sugli attentati alla maratona di Boston»

Ott 3, 2016

lunedì 3 ottobre 2016 23:21

ROMA – Recitare in film commerciali “mi permette di realizzare le storie a cui tengo di più, e che penso sia sempre più importante raccontare in quest’epoca di paura e violenza globale. Quelle sugli eroi della porta accanto, persone normali che in circostanze eccezionali si uniscono e trovano il coraggio di reagire“. Parola del divo e produttore Mark Wahlberg, a Roma per parlare di Deepwater – Inferno sull’oceano, il blockbuster social action di Peter Berg. Il film, in sala dal 6 ottobre in oltre 400 copie distribuito da Medusa, ripercorre uno dei più grandi disastri ambientali della storia. Quello avvenuto nell’aprile 2010, quando un’esplosione sulla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon della Transocean, affittata alla BP, nel Golfo del Messico, ha causato 11 vittime e lo sversamento in 86 giorni dal pozzo sul fondale, fino alla chiusura della falla, di milioni di barili di petrolio.

LA STORIA – Un ruolo legato “alla realtà”, che fa da specchio a quello dell’attore in Patriots day, il film, sempre diretto da Berg, sugli attentati terroristici di Boston, in uscita negli Usa a Natale, in tempo per gli Oscar. In Deepwater – che ha fra gli interpreti anche Kurt Russell, John Malkovich, Gina Rodriguez e Kate Hudson – Wahlberg si è calato nei panni del capo tecnico elettronico della piattaforma, Mike Williams, che aiutò molti compagni (c’erano 126 persone) a salvarsi. Il film accenna anche ai problemi di sicurezza che portarono al disastro, denunciati nella storia dal responsabile dei lavoratori (Kurt Russell) e sottovalutati da Donald Vidrine (Malkovich), supervisore della piattaforma per la British Petroleum. “Dalla Bp non abbiamo avuto nessun tipo di supporto – precisa Wahlberg – e anche quando abbiamo provato ad andare su una vera piattaforma (“nel film è stata ricostruita“, ricorda il produttore Lorenzo Di Bonaventura) ci sono state forti resistenze. Eppure non sapevano che tipo di film avremmo fatto. Chissà, forse dopo averlo visto, l’ad della Bp, con cui ho un amico in comune, mi inviterà a pranzo” scherza l’attore.

FOTO, MARK WAHLBERG A ROMA

WAHLBERG: «MIKE WILLIAMS MI HA INSEGNATO TUTTO» – Per lui è stata fondamentale la consulenza del vero Mike Williams: “È stato i miei occhi e le mie orecchie, mi ha insegnato tutto quello che dovevo sapere, per essere credibile. Per Mike era fondamentale che tutto fosse raccontato nel modo più veritiero possibile, e ci siamo guadagnati il suo rispetto. Per lui (che ha sofferto di disturbo post traumatico da stress dopo la tragedia, ndr) collaborare al film credo sia stata anche un’esperienza terapeutica“. Wahlberg rende “tanto di cappello alla casa di produzione, che ha avuto il coraggio di investire (il budget è di oltre 150 milioni di dollari, ndr) in un film su tematiche adulte e che vanno fatte conoscere“.

PRESTO UN FILM SULL’ATTENTATO ALLA MARATONA DI BOSTON – È lo stesso obiettivo che si pone Patriots Day, sugli attentati terroristici durante la maratona di Boston del 2013: “Quella è la mia città, ed è piccola. Chiunque venga da lì conosce almeno qualcuno rimasto coinvolto in quei fatti – spiega -. Il film mostra come le persone abbiano risposto al male unendosi. Un messaggio di amore, pietà e compassione verso l’altro che è importante diffondere“.

«FARO’ UN FILM SU UN PRETE EX PUGILE» – Ora l’attore, fervente cattolico, sta sviluppando con David O. Russell un nuovo film su un personaggio reale, Padre Stuart Long, un ex atleta e pugile diventato prete e morto per una malattia degenerativa nel 2014: “È un uomo che ha ispirato con il suo coraggio migliaia di persone – spiega – farò di tutto perché la sua storia diventi un film“. Una battuta infine sulle presidenziali Usa: “Stiamo vivendo tempi folli – dice -. Ma mi sembra che ci si preoccupi troppo di chi fa cosa e poco dei temi importanti per la società“.

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