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“Lasciate i bambini maleducati a casa o cambiate locale”: il cartello-provocazione del pizzaiolo di Sondrio

Gen 9, 2020

Nelle prime righe il tono è evidentemente, e sperabilmente, scherzoso: “Ci riserviamo il diritto di prenderli in cucina a lavare i piatti con tanto di nastro adesivo sulla bocca”. Ma è serio il resto del cartello che si trova affisso alla pizzeria Bagà di Villa di Tirano, provincia di Sondrio contro i bambini maleducati che urlano e corrono indisturbati per il locale, avviso rivolto ovviamente a chi li ha male educati, i genitori: “I clienti che vengono nel nostro locale hanno il piacere di passare il loro pranzo o cena in tranquillità senza sottofondi di bambini maleducati che strillano”.

Vecchio problema, che già in altri locali ha portato a esporre cartelli simili. Ma qui i toni sono particolarmente duri. Basti leggere le richieste: “Venire a Bagà senza bambini, educare i vostri figli, cambiare pizzeria, starvene a casa vostra”. Il tutto firmato “L’uomo nero”. E in effetti è nero di capelli, e forse anche di umore, il pizzaiolo e padrone del locale, il 25enne Gabriele Berbenni. Che alla Provincia di Sondrio spiega di non poterne più: “Spesso hanno consumato il pasto da noi genitori con bambini al limite dell’educazione che urlano, corrono da tutte le parti. Vanno su e giù dalle scale, giocano a nascondino dentro e fuori dal bagno. Se finiscono addosso ad una cameriera, che passa con pizze e bicchieri, e si fanno male, poi i problemi sono miei. Inoltre alcuni clienti storici, finita la pizza o a metà della stessa, se ne sono andati perché non ce la facevano più a causa delle urla dei bambini”.

"Lasciate i bambini maleducati a casa o cambiate locale": il cartello-provocazione del pizzaiolo di Sondrio

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Così Berbenni, uno che a volerne leggere il profilo Facebook ama i gesti un po’ plateali, ha appeso il cartello, “a mio rischio e pericolo, perché alcune famiglie che lo hanno letto hanno fatto dietrofront e non sono entrate. È ovvio che posso perdere fatturato, ma devo tutelare il resto della clientela che cerca un luogo tranquillo e curato. Alcuni clienti mi dicono di aver fatto bene e lasciano i figli dai nonni. Altri hanno avuto da ridire. A chi, nonostante il cartello, è entrato con i bambini che hanno fatto caos abbiamo gentilmente chiesto di fare meno rumore. Ci hanno dato dei cafoni e se ne sono andati”.

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