AGI – A un anno dall’assalto della sede della Cgil, a opera di alcuni manifestanti no green pass, la Cgil torna in piazza ma tiene a specificare “senza pregiudiziali” e con l’obiettivo di unire e non dividere il paese. La giornata si scalda subito dopo un post della presidente di FdI Giorgia Meloni in cui scrive di stare “vivendo un paradosso in cui la sinistra – attualmente al governo – scende in piazza contro ‘le politiche del governo Meloni’ non ancora formato”.
A risponderle è direttamente Maurizio Landini, dal palco di piazza del Popolo: “Noi non abbiamo alcuna pregiudiziale verso nessuno, noi giudichiamo in base a quello che viene fatto”. Il leader della Cgil rimarca ancora che il sindacato non è sceso in piazza “contro qualcuno” ma “perchè venga ascoltato il lavoro”.
“Non abbiamo bisogno di uomini soli al comando – sottolinea ancora – Abbiamo già pagato pesantemente in questi anni, per quelli che dicevano di essere di destra e per quelli che dicevano di essere di sinistra e poi facevano le stesse politiche. Bisogna trovare tutti insieme le soluzioni“.
Non dividere il paese ma unirlo – spiega Landini – in una situazione critica mai vista prima, con una pandemia non ancora alle spalle e una guerra che potrebbe subire una pericolosa esclation nucleare, il caro energia che soffoca imprese e famiglie, una ormai improrogabile e vera riforma del fisco, le pensioni e il lavoro.
E’ un’analisi a tutto tondo quella fatta dal leader di corso d’Italia che spinge ancora una volta per avere un confronto vero e non come fatto in precedenza, cioè di essere chiamato a Palazzo Chigi solo “per informarci di quello che avevano già deciso di fare”; “noi – tuona – non abbiamo intenzione di fare i servi sciocchi di nessuno“.
Landini torna anche sulla Costituzione che va protetta senza se e senza ma come in passato ha fatto la Cgil che l’ha difesa “sia quando la voleva cambiare Berlusconi, sia quando la voleva cambiare Renzi” perchè “non è nè di destra nè di sinistra, è antifascista e democratica e si fonda sulla libertà, sul lavoro e sui diritti del lavoro”.
La manifestazione della Cgil arriva, come detto, a un anno dall’assalto alla sede del sindacato. Un atto che, secondo Landini, aveva cavalcato “il malessere sociale e la rabbia pensando che la risposta fosse attaccare la Cgil e il lavoro. Questo si chiama in solo modo: fascismo ed è quello che dobbiamo combattere. Il fascismo 100 anni fa nel nostro paese parti’ proprio assaltando e bruciando le camere del lavoro fino a mettere in discussione il diritto sciopero e poi il diritto di voto. Quello che sta succedendo in Italia, in Europa e nel mondo è proprio il risorgere di questa cultura della violenza”, conclude Landini tra gli applausi della piazza.