AGI – Lampedusa resta in emergenza. Il mare è mosso e sul fronte sbarchi appare al momento tutto relativamente tranquillo, ma pesano gli approdi precedenti: 1700 in 48 ore. Così resta difficile la situazione nell’hotpost dove ci sono 1.600 migranti, quattro volte la capienza. In serata è previsto il trasferimento di circa 400 persone con il traghetto di linea per Porto Empedocle e la prefettura sta pianificando il progressivo alleggerimento della struttura di contrada Imbriacola.
Intanto il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, spiega che lo stato d’emergenza “sarà nazionale, abbiamo la necessità di aiutare le regioni perché si rischia di mandare il sistema al collasso”. Il cattivo tempo rende complesse le operazioni di salvataggio dei due barconi in area ionica da parte della Guardia costiera dove si trovano circa 1.100 migranti. Nave Peluso dopo avere trasportato 108 persone a Catania, è tornata nel tratto di mare a sud-est della Sicilia per portare soccorso al peschereccio con altre 700 persone e trainarlo nel capoluogo etneo con arrivo previsto nella notte.
Nella stessa area una unità della Guardia costiera e un mercantile stanno scortando un barcone con 400 migranti. Nonostante i mezzi di soccorso, afferma Alarm Phone – che riferisce di avere avuto l’ultimo contatto con il peschereccio alle 10.56 – la situazione a bordo è descritta come “drammatica” a causa di diverse “emergenze mediche, acqua che riempie la nave e nessun carburante rimasto. Abbiamo informato le autorità”.
A Catania sono scattate le operazioni logistiche per il montaggio di due tendostrutture per accogliere i circa 700 migranti assegnati al porto etneo. La Protezione civile regionale, attivata dal presidente della Regione, Renato Schifani, e coordinata dal direttore generale Salvo Cocina, sta dando supporto al Comune per favorire l’accoglienza e la sistemazione temporanea nell’ex hub vaccinale di via Forcile, a San Giuseppe La Rena. Musumeci spiega che lo stato d’emergenza “sarà nazionale, abbiamo la necessità di aiutare le regioni perché si rischia di mandare il sistema al collasso se continua questo tasso di approdo”.
E ha auspicato che l’Europa “si renda conto che non abbiamo molto tempo a disposizione e se si interviene nei paesi da cui ci si muove, neutralizzando la mafia degli scafisti, forse riusciremo a evitare il peggio”. Lo stato di emergenza “consente la deroga ad alcune norme dell’ordinamento vigente – chiarisce – ma il grosso lo fa l’Europa perché se noi riusciamo a raggiungere accordi con i paesi di partenza, neutralizziamo la mafia degli scafisti, e consentiamo i flussi regolari dei migranti, riusciamo a sottrarre questa povera gente che qualche volta finisce anche in una tomba senza croce”.
Interviene anche il ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini: sui migranti è fondamentale che l’Europa “si svegli e intervenga. È il momento di dimostrare che esiste una comunità, un’unione e la solidarietà non è solo a carico dell’Italia, della Spagna, della Grecia o di Malta, perché mille arrivi al giorno non siamo in grado di sostenerli”.