“Caro Matteo, ormai siamo abituati a sentirti utilizzare tutto ma non tutto è utilizzabile. Magari da domani ci sarà una schiera di devoti (anche qualche prete) che ti acclamerà come inviato della Madonna. Io ti invito ad aprirlo quel Vangelo: a leggere di Maria di Nazareth, della sua umiltà, del suo servizio, del suo silenzio”. E’ l’invito rivolto dal parroco di Lampedusa, don Carmelo La Magra, al vicepremier Matteo Salvini che ieri, dal palco di Milano, si è affidato al “Cuore Immacolato di Maria”.
“Io da Lampedusa a Maria ti ci affido davvero – prosegue don La Magra – a Maria di Porto Salvo, sì perché con questo titolo il nostro popolo ha voluto chiamare la nostra Patrona”.
“Da qui – dice il sacerdote – lei continua ad essere Porto Salvo per tanti, anche per te se vuoi. Noi a lei ti affidiamo, a lei che ha cantato di Dio che ‘disperde i superbi nei pensieri del loro cuore e innalza gli umili’ – prosegue il parroco -. Davanti a lei tanti sono cambiati…c’è speranza anche per te. Discutiamone”.Ieri, a Lampedusa, è stato affisso uno striscione sul balcone dell’ufficio del sindaco: “Lampedusa per un Mediterraneo di Pace”. “Nessuno rimuoverà questo striscione”, ha detto don Luigi Ciotti, presidente di Libera, che insieme al primo cittadino ha accolto nella piazza di fronte al palazzo del Comune centinaia di giovani lampedusani e linosani dell’Istituto Pirandello in occasione di “Libera la Natura”, l’iniziativa giunta sull’isola alla sua nona edizione. Don Ciotti ha ribadito, parlando ai tanti giovani presenti in piazza, “la necessità che ognuno faccia la propria parte nella direzione della pace e dell’accoglienza. “Ma la prima riforma da fare nel nostro Paese – ha detto – è la riforma delle nostre coscienze”. Martello ha poi ribadito l’importanza di non fermarsi alle parole: “Ognuno di noi deve agire concretamente per costruire una società più equa e solidale. Non basta commuoversi, bisogna muoversi”.