Mezzo milione in fumo. E no, non c’è John Dillinger dietro. Gli oltre 500.000 euro non sono nemmeno in banconote. Ma è il valore della Lamborghini Revuelto, andata distrutta a Beirut. Lo scorso 31 gennaio, durante un evento esclusivo nel quartiere di Sin El Fil, la supercar italiana si è resa protagonista di un brutto incidente. Nessuno si è fatto male, per fortuna, eccetto la macchina, irriconoscibile rispetto alla sua forma originaria.
Mezzo milione in fumo, senza rapina
Le immagini rimbalzano sul web. Sulla pagina Instagram Supercar Fails assistiamo alla (dis)avventura. Alla guida, un tecnico del concessionario. Il suo compito? Normale amministrazione: un semplice pieno di carburante. Ma un violento schianto contro un muro e un cartello stradale l’ha ridotta a un ammasso di lamiere contorte. Le conseguenze sono davanti ai nostri occhi.
Troppa foga sull’acceleratore? O il classico errore di chi sottovaluta un missile da più di 1.000 CV? Fatevi la vostra opinione. Il post evita di entrare nel merito, preferendo soffermarsi sugli effetti. Ve lo dico: se l’auto fosse la mia, mi verrebbe un colpo. Sembra uscita dalle mani di un chirurgo impazzito, con tagli imprecisi e ricuciture impossibili.
Il frontale è devastato, il cofano ridotto a un groviglio di metallo, la portiera lato guidatore completamente accartocciata. Una ruota, a metri di distanza. Di quella che era una belva su quattro ruote, rimangono solo i resti, sbranati da un impatto senza pietà. E il recupero appare improbabile. Gli airbag disarmati e la scocca in fibra di carbonio sanno di resa definitiva.
Così splendente prima, così malmessa dopo. L’incidente che ha coinvolto la Lambo è una pugnalata al cuore. Oltretutto, era nuova, una meravigliosa rappresentante di tecnologia e prestazioni. Ultima aggiunta alla gamma, la Revuelto Verde Citrea ha fatto della vistosità un tratto distintivo. Lo fa ancora, tuttavia per i motivi sbagliati: le linee seducenti, la tonalità accesa passano in secondo piano.
Le cicatrici dello scontro raccontano una disfatta senza appello. Ecco la sua caporetto, potrà riposare in pace, nel paradiso delle supercar. Lo stesso non si può dire sul proprietario, che ne aveva atteso trepidante l’arrivo. L’attesa si allunga, perché i prossimi due anni sono già prenotati. A Sant’Agata Bolognese hanno raccolto abbastanza ordini, e il mercato dell’usato rimane l’unica opzione. Ammesso che qualcuno voglia separarsene senza rimpianti.
Social scatenati
Intanto, fioccano i commenti sui social. Ci sono gli inguaribili ottimisti: “Beh, guardate il lato positivo, ha fatto un crash test ed è passato”. I pragmatici: “È meglio che diano in prestito una Huracan Performante fino ad allora, sheesh!”. I giustizieri: “L’addetto al servizio lavorerà gratuitamente per il resto della sua vita”. E i filosofi: “Se non sai guidare, non guidare”.
E così, tra meme, battute e inevitabili polemiche, la Revuelto distrutta si trasforma nell’ennesima leggenda nera del mondo delle supercar. Il suo viaggio è durato meno di una manciata di chilometri, abbastanza per finire tra le notizie più discusse del momento. Il proprietario, invece, resta con un pugno di mosche e una lunga attesa davanti. L’ennesima conferma che possedere un bolide non è sempre sinonimo di felicità. E che a volte, il vero lusso non è possederlo, ma riuscire a riportarlo a casa intero.