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L’allarme di Minniti: «A rischio la tenuta del sistema di accoglienza»

Mar 16, 2018

Azione e preoccupazione: la politica sull’immigrazione del governo di Paolo Gentiloni e del ministro dell’Interno, Marco Minniti, non conosce sosta. Oggi il ministro in Niger per la riunione del cosiddetto 5+5: un incontro con i colleghi di Francia, Spagna, Malta e Portogallo insieme ai ministri di Algeria, Libia, Mauritania e Marocco.

Lo scenario africano resta critico. Il calo degli sbarchi – 5.945 migranti dal 1 gennaio a oggi rispetto ai 15.852 dello stesso periodo 2017, -72,5% i flussi dalla Libia – straordinario. Ma nessuno pu escludere un’inversione di tendenza, a maggior ragione con l’arrivo della bella stagione. A sud della Libia lo scontro tra le trib feroce. Dopo le elezioni politiche l’azione finora svolta dall’Italia rischia di apparire tra i locali meno garantita da un governo in carica solo per gli affari correnti. Cos la proroga recente di un anno per i vertici di Aise, impegnato in prima linea in Libia, e Dis, stato anche un segnale in parte rassicurante.

Minniti, dopo aver consegnato quattro imbarcazioni classe Bigliani al premier al Sarraj tra aprile e maggio 2017 per i pattugliamenti della guardia costiera militare, ha inviato alcune settimane fa tre unit navali dei cantieri Vittoria e altre tre arriveranno a breve: sono destinate all’amministrazione dell’Interno libica. Prevista anche la consegna di venti gommoni d’altura.

Ma i problemi restano. Ieri, dopo l’allarme lanciato dalla Guardia costiera italiana per tre gommoni, Tripoli si preso in carico il soccorso a 73 miglia dalla costa. Ma all’arrivo ha trovato la nave dell’Ong Open Arms gi sul posto e ci sono state tensioni. A sud della Libia, in Niger, va avanti il gruppo di una quarantina di militari dell’Esercito italiano inviato dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, a Niamej. cominciato l’allestimento della base che dovr ospitare fino a 400 soldati a sostegno delle forze locali. Ma soprattutto lo scenario interno italiano con la presenza immigrata a sollevare preoccupazioni.

Lo racconta nei dettagli la direttiva 2018 all’amministrazione dell’Interno firmata da Minniti all’inizio di marzo e da poco pubblicata su www.interno.it. La pressione dei flussi – si legge – nonostante il calo a partire dalla seconda met dello scorso anno continua a sottoporre il sistema nazionale di accoglienza a una significativa pressione. Diventa cos prioritaria l’azione per i rimpatri quando manca il diritto di rimanere in Italia con l’ampliamento dei Cpr (centri per i rimpatri, ex Cie). La direttiva Minniti sintetizza gli attuali punti di forza e punti di debolezza dei cinque dipartimenti dei ministero (Libert civili, Pubblica sicurezza, Affari Interni, Vigili del fuoco, Personale). Impressionante il tracciato delle considerazioni sul tema migranti.

Msf: chi sono le persone escluse dal sistema di accoglienza

Sull’accoglienza ci sono difficolt di tenuta del sistema organizzativo. Le risorse finanziarie carenti obbligano a continue richieste di integrazioni. E nonostante la virtuosa pianificazione di rientro di situazioni pregresse, l’assenza del necessario e cospicuo aumento delle risorse destinato – dice il documento – alla gestione del sistema di accoglienza comporter richieste continue di fondi. Se i soldi non arriveranno si prevede il generarsi di debiti fuori bilancio. Anzi, gi ci sono. Riguardano i settori della prima accoglienza.

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