AGI – Le associazioni e i sindacati auditi in commissione finanze della Camera lanciano l’allarme sul superbonus: sono a rischio 47.000 imprese e 153.000 posti di lavoro. “Occorre intervenire su più fronti per risolvere la situazione in cui versano le imprese di costruzioni che hanno effettuato lavori utilizzando i bonus edilizia. In particolare, vanno messi rapidamente in campo interventi per sbloccare i crediti fiscali incagliati”, hanno chiesto i rappresentanti di Confartigianato sollecitando modifiche al decreto sui bonus edilizi nel corso dell’audizione.
Secondo la Confederazione, “è necessario aumentare la capacità di assorbimento dei crediti da parte del sistema creditizio, anche attraverso l’individuazione di un acquirente pubblico di ultima istanza particolarmente necessario per i crediti di minore importo”. Va anche “ampliato l’arco temporale di utilizzo dei crediti in compensazione. In assenza della necessaria capienza fiscale – hanno osservato i rappresentanti di Confartigianato – le imprese che hanno nei cassetti fiscali i crediti perdono infatti una parte del credito loro spettante”. Sollecitato anche il rinvio della data, fissata al 17 febbraio 2023, entro la quale è necessario aver presentato la Cila per poter mantenere la possibilità di cessione/sconto del credito. Per il limitato valore dei lavori di edilizia libera non assistiti da Cila, Confartigianato chiede che “sia consentito di autocertificare, da parte del contribuente, la data di avvio di tali lavori”.
Secondo la Confederazione, “l’obiettivo della transizione green degli edifici non potrà essere raggiunto se, insieme con un sistema di agevolazioni sotto forma di detrazioni fiscali, non verrà mantenuta la possibilità della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per alcune fattispecie, in particolare i soggetti con redditi bassi e privilegiando gli interventi su immobili con una classe energetica molto bassa e la ricostruzione degli immobili danneggiati da eventi sismici per i quali la detrazione del 110% è ammessa sino al 2025”.
Per Lino Stoppani, vicepresidente vicario di Confcommercio-Imprese per l’Italia, il decreto che blocca la cessione dei crediti fiscali dei bonus edilizi ha “un impatto profondissimo sull’intera filiera dell’edilizia fino alla configurazione di una possibile crisi di liquidità sistemica”. “Viene, infatti – prosegue – repentinamente meno la possibilità di fruire, per i nuovi interventi, delle agevolazioni attraverso lo sconto in fattura o la cessione della detrazione sotto forma di credito d’imposta. Sul piano del metodo sarebbe, dunque, stato meglio, decisamente meglio, se le decisioni del decreto fossero state precedute da una fase di confronto con tutte le componenti della filiera. Oggi, si tratta di procedere con assoluta tempestività per scongiurare una esiziale crisi di liquidità a discapito di un settore peraltro cruciale anche per la “messa a terra” del PNRR e, dunque, per il conseguimento degli obiettivi macroeconomici e programmatici del nostro Paese. Insieme, vanno poste le basi per un quadro stabile, strutturato e sostenibile di misure di accompagnamento dei processi di riconversione ambientale del patrimonio edilizio del nostro Paese”.
Quanto alle misure urgenti a contrasto della crisi di liquidità della filiera ed utili a temperare gli impatti del decreto legge nei confronti di imprese e cittadini, “va, anzitutto, affrontata e risolta – ha osservato Stoppani – la questione dei crediti fiscali incagliati (circa 20 miliardi) per mancanza di cessionari: si tratta, al riguardo, di chiarire definitivamente il tema dei residui spazi di agibilità dei cassetti fiscali delle banche e di rendere rapidamente operativa la prospettata operazione di sblocco anche attraverso compensazioni con i versamenti fiscali operati dalle imprese a mezzo degli F24 pagati presso il sistema bancario. Va altresì favorito il possibile incontro tra domanda ed offerta di crediti tra privati e va, ancora, chiarita e risolta la vicenda della classificazione Eurostat dei bonus”.