ROMA – “I governi devono evitare il protezionismo in ogni sua forma. La storia ci insegna che le restrizioni all’import fanno male a tutti, soprattutto ai consumatori più poveri”. Da Hong Kong, il direttore generale del Fmi Christine Lagarde sottolinea che “il sistema di scambi commerciali internazionali ha trasformato il mondo. Ha contribuito a dimezzare la percentuale della popolazione mondiale che vive in condizioni di estrema povertà” mentre le barriere protezionistiche impediscono al commercio di “svolgere il suo ruolo fondamentale per rafforzare la produttività”.
“Ma questo sistema di regole e responsabilità condivisa corre ora il pericolo di essere distrutto. Questo sarebbe imperdonabile, un fallimento collettivo”. Nello stesso tempo, Lagarde denuncia “le troppe pratiche sleali, che devono essere eliminate perché possono lasciare tracce sugli equilibri commerciali tra Paesi”. In concreto, bisogna proteggere ad esempio proprietà intellettuale e ridurre le distorsioni che favoriscono le imprese di statali.
Lagarde lancia anche l’allarme debito: quello pubblico e privato ha raggiunto a livello globale la quota record di 164.000 miliardi di dollari. Il debito pubblico nelle economie avanzate è, dunque, a livelli non visti dalla Seconda Guerra Mondiale. “Un indebitamento elevato rende i governi, le aziende e le famiglie più vulnerabili a una stretta delle condizioni finanziarie”, mette in evidenza Lagarde.
Ma Lagarde resta ottimista, a patto che governi, imprese e persone singole abbiano coraggio: “I governi – spiega – dovrebbero usare l’attuale crescita per portare avanti le riforme: la finestra di opportunità è aperta, è necessario riparare il tetto nei periodi in cui splende il sole. Le riforme necessarie sono spesso spesso politicamente difficili, ma sono più efficaci e facili da attuare quando le economie crescono.
Il direttore generale dell’Fmi cita Henri Matisse: “La creatività richiede coraggio. Abbiamo bisogno di più coraggio, nelle stanze dei governi, nelle aziende, e nelle nostre menti”.
Nel mese di gennaio, il Fondo Monetario ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita dell’economia mondiale al 3,9% per il 2018 e il 2019. E il Fondo continua ad essere ottimista perché “le economie avanzate cresceranno sopra il potenziale di crescita media quest’anno e il prossimo” e perché gli Stati Uniti sono in piena occupazione. Parallelamente in Asia, le prospettive restano solide, “il che è un bene per tutti, perchè questa regione contribuisce a quasi due terzi della crescita globale”.
Tuttavia, il ritmo di “crescita prevista per il 2018 e il 2019 finirà per rallentare” nella misura in cui le politiche a sostegno dell’economia si interromperanno soprattutto in Usa e Cina.