AGI – “L’Europa deve portare avanti la transizione verde se vuole rimanere competitiva nel mondo”. Lo ha ribadito la presidente della Bce, Christine Lagarde, scritto con Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia, e Werner Hoyer, presidente della Bce per gli investimenti, nel primo post del blog della Bce che accompagna la Cop28 a Dubai.
“Le nuove tecnologie e l’energia verde non sono solo migliori per l’ambiente, ma hanno anche un buon senso economico. Per avere successo, tuttavia, la transizione deve essere giusta e inclusiva”, si legge.
“Il cambiamento climatico – è la riflessione – sta accelerando. Il tempo che abbiamo a disposizione per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius si sta esaurendo. Possiamo fare la nostra parte nell’ambito dei mandati a noi conferiti oppure subire le drammatiche conseguenze della nostra inazione. Mentre responsabili delle politiche, leader di impresa e membri della società civile si preparano ai negoziati sul clima in occasione della Conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici COP28, che si terrà la prossima settimana a Dubai, appare ormai certo che il 2023 sarà l’anno più caldo di sempre. Siccità, inondazioni e incendi estremi stanno avendo pesanti ripercussioni sul piano umano ed economico in tutto il mondo. I dati parlano chiaro: l’analisi della Banca centrale europea dimostra che quanto più a lungo aspetteremo a ridurre le emissioni e a passare a un’economia più verde, tanto più elevato sarà il prezzo da pagare. L’indagine sugli investimenti 2023 della Banca europea per gli investimenti mostra che due imprese europee su tre devono già affrontare danni e perdite a causa del cambiamento climatico”.
La transizione verde – si legge ancora – è importante non soltanto per tutelare l’ambiente, ma anche per salvaguardare l’economia. Non ha senso dal punto di vista economico investire in fonti di energia sempre meno competitive, anzichè abbracciare i progressi tecnologici che plasmeranno il mix energetico del futuro. Se l’Europa non parteciperà attivamente alla rivoluzione energetica globale, la sua competitività ne uscirà irrimediabilmente danneggiata”.
E ancora: “L’Europa deve essere lucida, ambiziosa e determinata se si vuole scongiurare questo esito. Deve creare un contesto normativo stabile e favorevole, con obiettivi strategici ben definiti, in cui i capitali privati siano saldamente indirizzati verso le tecnologie verdi. Occorrono inoltre condizioni di parità a livello mondiale per sostenere al massimo l’innovazione. Strumenti di finanziamento come le obbligazioni verdi emesse dall’UE contribuiranno a finanziare i progressi nel campo delle tecnologie pulite e sarebbero ancora più efficaci nel contesto di un’unione dei mercati dei capitali completa a tutti gli effetti. Soluzioni di finanziamento o garanzie mirate ad attenuare il rischio connesso a investimenti privati altamente innovativi (come parchi eolici galleggianti, idrogeno verde o nuove tecnologie per le batterie) contribuiranno all’introduzione di infrastrutture di cui l’Europa ha bisogno per conseguire l’azzeramento delle emissioni nette. A livello mondiale la fissazione del prezzo del carbonio garantirebbe trasparenza, per incoraggiare i consumatori e gli investitori a orientarsi verso prodotti e attività finanziarie sostenibili ed efficienti sotto il profilo energetico”.