“Come fa a piovere se non c’è più il cielo?”
“Saranno le stelle che piangono perché non hanno più un posto dove brillare”
Cosa succederebbe se il cielo sparisse? Se state pensando che stia per propinarvi un altro libro pieno zeppo di domande dei bambini sbagliate. Stavolta la domanda se l’è fatta la scrittrice Cristina Marsi, e la buona notizia è che dà anche la soluzione. O meglio, offre ai vostri bambini un’avventura emozionante che li divertirà, e li terrà attaccati al libro fino a quando il mistero non sarà risolto. Perché scoprire dov’è finito il cielo e riportarlo a casa, sulle nostre teste, è un problema serio!
Il libro in questione è “La volta che il cielo sparì. La straordinaria avventura di Orkio e Scrich” e contiene una delle più belle avventure moderne che abbia avuto modo di leggere. È indirizzato ai bambini dai 7 anni in poi; in realtà come sempre l’età dipende dalla disponibilità degli adulti di affiancare il bambino nella lettura. Chi sa leggere bene, indicativamente dalla seconda elementare, può fare da sé; per i più piccoli i genitori devono prestarsi a fare da narratore. Io ho fatto così con mia figlia, e non vedevo così tante espressioni di stupore tutte insieme da quando la portai la prima volta al museo di storia naturale.
Il libro è improntato su brevi dialoghi fra i due protagonisti, corredati dalle immagini di Daniela Giarratana, che sono volutamente molto semplici per lasciare la fantasia del bambino libera di volare. Letteralmente volare, perché i protagonisti dovranno andare a cercare il cielo fin su un altro pianeta per riportarlo a casa.
Il primo aspetto che mi ha colpito è che nella sua semplicità questo libro pone il bambino davanti a un mistero fantastico, con il risultato di solleticare la sua curiosità e di avvicinarlo con il gioco a un approccio scientifico. Poco importa poi che la storia sia inventata di sana pianta, l’importante è che indichi ai piccoli il ragionamento corretto per passare dalla scoperta di un possibile mistero alla sua comprensione e alla soluzione.
In secondo luogo qualche concetto interessante non manca: si parla di buchi neri, di onde gravitazionali e di altri fenomeni che, seppur spiegati in maniera spicciola, attirano l’attenzione di un bambino e lo portano a volerne sapere di più.
Non ultimo, per la buona riuscita dell’avventura giocano un ruolo fondamentale il dialogo e la mediazione: due concetti molto importanti nella formazione di un bambino, che si contrappongono con gli approcci drastici che sempre più spesso sembrano avere la meglio nella nostra società.
Inutile dire che i protagonisti hanno la capacità di risultare immediatamente simpatici, sia per la loro ironia sia per l’amicizia che li unisce ma al contempo li mette spesso in contrasto, per insegnare ai bambini come sia difficile ma importante affiancare il prossimo. Gli altri ingredienti sono l’amore per l’ambiente, il coraggio, l’importanza di aguzzare l’ingegno, il coraggio con cui si vive un’avventura.
Un libro che vale la pena leggere, anche più di una volta, perché tante sfumature che la prima volta sfuggono nella “foga” di voler vedere come prosegue la storia, emergono a una lettura successiva e sono un valore aggiunto notevole.
Guarda che ci sono pianeti di ogni tipo, sai! Certi soffiano stelle, altri mangiano comete, il vostro spara scorie radioattive, satelliti… non credi che sia parecchio peggio di un ciucciacieli?
La volta che il cielo sparì | ||
Geronimo Stilton, Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne |