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La Tunisia blocca cinque barchini con migranti subsahariani: è la nuova rotta dei trafficanti

Set 21, 2019

Solo stanotte a Lampedusa ne sono arrivati 108 ma sarebbero stati quasi 200 se la Guardia costiera tunisina, mettendo in campo uno sforzo particolare sollecitato dalle autorità italiane, non avesse fermato altri cinque barchini che stavano per partire in direzione dell’Italia. E dalla composizione dei 75 migranti fermati arriva la conferma dell’allarme lanciato dall’intelligence italiana e anticipato ieri da Repubblica: i trafficanti di uomini hanno messo le mani sulla rotta, più breve e più sicura, dalla Tunisia alla Sicilia, quella dei cosiddetti sbarchi autonomi che nel 2019 hanno portato in Italia 5.500 delle 6.500 persone arrivate.

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Dei migranti fermati ieri in Tunisia mentre stavano per salire sui cinque barchini, la metà sono infatti dell’Africa subsahariana: ivoriani, camerunensi, gambiani. E molti subsahariani erano anche sulle due imbarcazioni approdate stanotte a Lampedusa: un barcone con 92 persone individuato da una motovedetta della Guardia di finanza quando era solo ad un miglio dall’isola, e un barchino con altre 16 persone. Adesso nell’hotspot che scoppia ci sono circa 300 persone. E si profila un’emergenza perché le previsioni meteo in peggioramento fanno temere il mancato arrivo del traghetto che dovrebbe trasferire parte dei migranti.

E intanto, alla vigilia dell’atteso vertice di Malta di lunedì tra i ministri dell’Interno dei Paesi che lavorano all’accordo sul meccanismo automatico di redistribuzione, da Msf parte un duro attacco ai governi europei.

“L’ordine di sbarcare solo 35 dei 217 naufraghi soccorsi a bordo della Ocean Viking,è un’altra vergognosa dimostrazione delle disumane politiche migratorie europee. I leader europei stanno usando le persone soccorse come pedine mentre discutono e negoziano ridistribuzioni e ricollocamenti”.

Ieri sera, infatti, Malta ha acconsentito ad accogliere soltanto l’ultimo dei quattro gruppi di migranti salvati dalla nave umanitaria, quelli soccorsi in zona Sar maltese su richiesta della sala operativa de La Valletta. Gli altri 182, tra cui un neonato di soli 7 giorni, restano a bordo della nave umanitaria che, dopo aver rifiutato il porto di Al Khoms offerto dalla Libia, ha chiesto a Italia e Malta di poter sbarcare i migranti senza ottenere alcuna risposta.

“Nonostante i recenti segnali positivi, la burocrazia europea e futili ragionamenti hanno ancora una volta prevalso sulla sicurezza e il benessere di uomini, donne e bambini vulnerabili – perfino di un neonato – a cui è stato negato il diritto di sbarcare tempestivamente a terra, dopo essere sopravvissuti a un’ordalia di violenze in Libia e alla traversata mortale del Mediterraneo – accusa Msf – Sembrava che in vista dell’incontro a La Valletta di lunedì, i leader europei fossero sul punto di iniziare a cambiare politiche migratorie che sono costate innumerevoli vite nel Mediterraneo. Ma ora hanno perso di nuovo l’occasione di dimostrare qualunque effettivo e onesto impegno verso il destino delle persone soccorse in mare. Le 182 persone sulla Ocean Viking – conclude la nota di Msf – aspettano di ricevere un porto sicuro “.

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