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La trattativa Calabria-Cuba sui medici sfruttati

Ott 12, 2022

In un territorio a elevatissima disoccupazione come la Calabria la regione  fa un’immensa fatica a trovare professionisti, ad esempio della salute, che possano colmare la mancanza di medici. E così il presidente forzista Roberto Occhiuto ha pensato bene di concordare con il governo di Cuba l’assunzione di 497 medici caraibici. La cosa ha fatto saltare sulla sedia diversi eurodeputati visto che, il 10 giugno 2021, la stessa Eurocamera aveva descritto le missioni cubane all’estero come una forma di schiavitù. Perché i valorosi “volontari” che Cuba invia nelle sue missioni in giro per il mondo sono pagati pochino, come dimostra l’accordo quadro sottoscritto dalla Calabria: a fronte di 4.700 euro mensili, solo 1.200 euro vanno a ogni medico, mentre la rimanente somma di 3.500 euro viene versata dalla regione al governo cubano. Il 75 per cento del salario finisce nelle casse della “rivoluzione proletaria”

Dubbi sono stati anche sollevati dagli ordini dei medici e degli odontoiatri della Calabria che hanno espresso perplessità circa le capacità e la formazione dei cubani. A Bruxelles tra i firmatari del documento ci sono gli spagnoli Jordi Cañas, Javier Nart e Leopoldo López Gil, e un’italiana, Laura Ferrara del M5s. Alla lettera degli eurodeputati, il presidente della regione Calabria ha reagito con una fumosa risposta ad personam, rivolta cioè solo all’italiana. Così, in sintesi, Occhiuto: “L’europarlamentare grillina Laura Ferrara usa impropriamente il logo e la carta intestata del Parlamento europeo per fare lotta politica.  Gli accordi transnazionali con organizzazioni mediche di Cuba non sono una novità. Non ci sarà alcuna violazione dei diritti umani, né alcuna forma di schiavitù”. La risposta dell’eurodeputata grillina è stata più sintetica: “Occhiuto non smentisce che gran parte dello stipendio dei medici va al regime dell’Avana. Per noi questo è sfruttamento”. L’accusa alla grillina di fare “lotta politica”, poi, non regge molto: gli altri firmatari sono europarlamentari liberali e popolari, cioè dello stesso gruppo del partito di Occhiuto.

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