AGI – Due anni fa lo schianto che provocò 13 morti e un solo sopravvissuto, Eitan, di 5 anni. Due anni, dal crollo della funivia del Mottarone, densi di eventi, di emozioni e di colpi di scena, da quella domenica del maggio 2021. Li ripercorriamo alla vigilia del secondo anniversario
23 maggio 2021 ore 12,30: l’incidente
È una domenica mattina di sole a Stresa, sulla sponda piemontese del lago Maggiore. La Funivia che collega il lido con la vetta del monte Mottarone è in movimento dalle 9,30. L’attività dell’impianto era ripresa da un mese, a fine aprile, dopo una lunga chiusura per la pandemia. Improvvisamente, verso le ore 12:30, a pochi metri dalla stazione di monte, la fune traente dell’impianto si spezza, causando il distacco di una delle cabine, la numero 3. La cabina torna indietro appesa al cavo portante a forte velocità, poi va sbattere contro uno dei piloni del tracciato e precipitata al suolo dopo una caduta di oltre 20 metri, rimanendo incastrata in una zona boschiva lontana da strade carrabili.
Il bilancio dell’incidente va aggravandosi di minuto in minuto. In un primo momento si parla di 6 morti, poi di 8, poi di 10. Alla fine, il bilancio è di 13 morti sul colpo, con due bambini trasferiti in gravissime condizioni all’Ospedale Regina Margherita di Torino. Il primo, Mattia Zorloni, di cinque anni, non riuscirà a salvarsi e morirà in serata, come i suoi genitori Vittorio Zorloni ed Elisabetta Persanini, di 55 e 37 anni. L’altro bimbo è Eitan Biran, che alla fine sarà l’unico sopravvissuto e diventerà il simbolo di questa terribile strage: nello schianto ha perso il papà Amit Biran, 30 anni, la mamma Tal Peleg, 26 anni, e il fratellino Tom, 2 anni, oltre ai bisnonni Barbara Cohen Konisky, di 71 anni e Itshak Cohen, di 82. Sono una famiglia di origine israeliana che vive a Pavia.
Le prime indagini
Immediatamente dopo i soccorsi, arriva al Mottarone il procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi che dispone il sequestro dell’impianto della Funivia. Il magistrato conferma che la causa dello schianto è la rottura del cavo traente “che – dice – si è spezzato di netto”. – Si procede, dice il procuratore, per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.
Il procuratore Olimpia Bossi spiega parlando con i giornalisti, le cause dell’incidente: “Anzitutto la rottura del cavo trainante, che è stato rinvenuto spezzato e a terra. A fronte di questa rottura avrebbe dovuto entrare in funzione un sistema di emergenza che avrebbe dovuto determinare il blocco immediato della cabina, cosa che invece non è avvenuta. Il motivo per cui questo non è avvenuto sarà oggetto degli accertamenti”. E si comincia per la prima volta a parlare del cosiddetto “forchettone”, che serve per disattivare i freni di emergenza.
Il fascicolo aperto dalla Procura di Verbania è per il momento ancora contro ignoti. Il 25 magigo 2021 per tutto il giorno i carabinieri della squadra di PG della Procura acquisiscono documenti. Gli interrogatori proseguono fino a notte fonda.
Intorno alle 4,30 della notte del 26 maggio, la Procura emette tre ordinanze di fermo nei confronti del titolare della società di gestione della Funivia Luigi Nerini, del direttore di esercizio Enrico Perocchio e del caposervizio Gabriele Tadini. Quest’ultimo, nell’interrogatorio della caserma dei Carabinieri di Stresa, ammette di aver volutamente inserito i forchettoni per evitare il ripetersi di blocchi del sistema frenante che da tempo non funzionava a dovere e per non interrompere cosi’ il servizio. I tre fermati vengono condotti nel carcere di Verbania.
A sei giorni dal disastro al Carcere di Verbania si svolge l’udienza di convalida dei fermi. Gli interrogatori si prolungano fino a tarda sera. E alla fine, quando è ormai notte, il gip Donatella Banci Buonamici, ordina la scarcerazione per Nerini e Perocchio, disponendo gli arresti domiciliari per Tadini. A parere del giudice, la chiamata di correità non sarebbe sufficientemente motivata. La decisione suscita una forte reazione nell’opinione pubblica.
Il presidente del tribunale di Verbania Luigi Maria Montefusco, con una nota esprime “piena e convinta solidarietà” alla gip Donatella Banci Bonamici, dopo le polemiche nate a seguito della decisione non convalidare i fermi, e parla di “gogna mediatica”.
Lo stesso presidente del tribunale, 4 giorni dopo, con una scelta clamorosa riassegna il caso della Funivia del Mottarone al Gip Titolare Elena Ceriotti, estromettendo dal procedimento la Gip supplente Donatella Banci Buonamici. Una decisione che induce gli avvocati penalisti di Verbania a proclamare lo stato di agitazione, chiedendo l’intervento del Csm e del ministero sulla situazione degli uffici giudiziari di Verbania, per presunte pressioni da parte della procura generale.
10 giugno 2021: Eitan esce dall’ospedale
Il piccolo sopravvissuto del tragico schianto esce dall’ospedale Regina Margherita di Torino dov’era stato ricoverato subito dopo l’incidente. Appena arrivato in elicottero da Stresa, era stato sottoposto a una lunga operazione per le fratture a braccia e gambe, poi aveva trascorso diversi giorni nel lettino della rianimazione fino al lento risveglio. Eitan arriva in ambulanza a Pavia nella casa della zia paterna Aya, la sorella del padre, madre di due bambini che viene nominata da un giudice come tutrice legale.
L’inchiesta intanto si allarga. Sono ora quattordici gli indagati elencati nella richiesta di incidente probatorio, datata 1 luglio: si tratta di dodici persone fisiche e due società, Ferrovie del Mottarone proprietaria della Funivia e Leitner, che si occupava della manutenzione dell’impianto. A tutti vengono contestati i reati di omicidio colposo e lesioni colpose; le due società rispondono amministrativamente per omicidio colposo e lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Alle persone fisiche è, inoltre, contestato il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti.
Nell’aula magna della Provincia del Vco, al Tecnoparco di Verbania Fondotoce, il 22 luglio 2021 si apre l’incidente probatorio. Si stabiliscono i primi passaggi delle perizie tecniche e viene fissata per il 16 dicembre l’udienza in cui saranno esposte le conclusioni dei periti.
Il 3 agosto si svolge il primo sopralluogo dei periti e dei legali, che ispezionano prima la stazione di partenza della funivia al Lido di Carciano e poi la stazione in vetta. Il 30 agosto poi il collegio dei tecnici informatici nominati nell’incidente probatorio esamina la cosiddetta “scatola nera” e tutti gli altri dispositivi informatici
1 settembre 2021: il nonno rapisce Eitan
Il nonno materno del bambino unico sopravvissuto della tragedia della funivia, Shmuel Peleg rapisce Eitan. Peleg, un lungo passato nell’esercito israeliano, consulente di un’azienda di elettronica nel suo paese, con un’auto a noleggio raggiunge Lugano e si imbarca con il nipote su un volo privato decollato per Tel Aviv. La procura di Pavia avvia l’indagine per sequestro di persona nei confronti del nonno e della nonna materna di Eitan.
L’inchiesta sull’incidente intanto va avanti e il 13 settembre 2021, con l’assistenza dei vigili del fuoco i periti prelevano due tratti della fune traente di quasi quindici metri ciascuno, che vengono depositati nella stazione intermedia dell’Alpino.
In Israele il 23 settembre si apre il processo per decidere se il piccolo Eitan deve tornare in Italia o restare coi nonni materni. In attesa di una decisione definitiva la corte stabilisce che Eitan resti in gestione condivisa 3 giorni a turno col nonno e con la zia. Dopo una seconda udienza, il giudice di tel Aviv il 25 ottobre decide che il piccolo Eitan deve rientrare in Italia.
28 ottobre 2021: riesame su Nerini e Perocchio
La Corte d’Appello di Torino accoglie il ricorso del procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi contro l’ordinanza del Gip Donatella Banci Buonamici che aveva rimesso in libertà due dei tre fermati all’indomani della tragedia della funivia, Enrico Perocchio e Luigi Nerini. I giudici hanno anche riconosciuto l’esigenza della misura cautelare dei domiciliari. Il provvedimento viene sospeso per il ricorso in Cassazione dei legali dei due indagati.
Sul fronte delle indagini tecniche per ricostruire l’incidente, l’8 novembre 2021 con due elicotteri il relitto della cabina numero 3 viene portato via dal pendio del Mottarone dove si era fermato dopo la tragica caduta di maggio. I rottami vengono portati in un magazzino della protezione civile al Tecnoparco di Fondotoce. Ma i periti hanno bisogno di più tempo e il gip il 16 dicembre concede altri sei mesi per le indagini tecniche e dispone che la perizia venga depositata entro il 30 giugno 2022, per essere discussa nell’udienza del 14 luglio. Il 17 genaio vengono prelevate dai tecnici della La.T.I.F. di Trento le “teste fuse” delle due cabine, per analisi di laboratorio. Il 10 marzo 2022 arriva dal Consiglio superiore della magistratura la conferma della procuratrice Bossi nel suo incarico aVerbania. E subito, il 4 aprile, vengono depositati i verbali di nuovi interrogatori, dai quali emergono alcuni aspetti nuovi sulla carenza di manutenzione della fune che, spezzandosi, ha causato il tragico schianto della cabina numero 3. Il 12 maggio l’ultimo sopralluogo die periti che risalgono, prima della chiusura dell’incidente probatorio, al Mottarone per raccogliere alcune misurazioni necessarie alla definizione della perizia.
23 maggio 2022: la stele nel bosco
In occasione del primo anniversario della strage, nel punto dove la cabina numero 3 ha finito la sua corsa, viene posata una stele grigia con i nomi delle vittime. Grande commozione nella affollata cerimonia di commemorazione. Il parroco di Stresa chiede “giustizia per quei gesti scellerati”.
Il 26 maggio viene diffusa la relazione finale della commissione di indagine nominata dal ministero dei trasporti. In evidenza i problemi legati alla gestione e alle manutenzioni dell’impianto. I periti della procura depositerà invece il 16 settembre la relazione finale per l’incidente probatorio. Dalle centinaia di pagine emerge che la fune traente, spezzatasi il 23 maggio 2021, era già danneggiata, ma che nessun controllo lo ha messo in evidenza. E il 20 ottobre comincia l’incidente probatorio che si concluderà il 16 dicembre, dopo 17 mesi di lavoro per la perizia e per l’esame in aula degli elementi raccolti dagli esperti.
A gennaio scorso il tribunale del Riesame decide la misura cautelare della sospensione per un anno dall’esercizio dell’attività per Luigi Nerini ed Enrico Perocchio. Il Tribunale di Verbania respinge la richiesta avanzata dai legali di Ferrovie del Mottarone per ottenere dal comune di Stresa circa un milione e centomila euro, corrispondenti ai canoni che il Comune avrebbe dovuto versare, dal 2021 al 2028, alla società che aveva anticipato la somma per i lavori di ristrutturazione.
Si arriva quindi al 19 maggio, quando la procura di Verbania chiude le indagini preliminare e invia gli avvisi a otto persone, sei fisiche, due giuridiche, e archivia sei posizioni .