lunedì 5 settembre 2016 20:15
ROMA – Più forte dei dolori che la tormentano, quel tendine d’Achille della gamba sinistra che si trascina dalle Olimpiadi di Rio, ma anche della schiena malconcia con cui – come se non bastasse – è costretta a fare i conti da ieri. Roberta Vinci conferma di avere un feeling particolare con gli Us Open e un anno dopo è di nuovo nei quarti di finale. La strada verso la finale tuttavia non è delle più agevoli. Grazie al successo di ieri ai danni dell’ucraina Tsurenko (7-6 6-2) la numero 1 d’Italia potrà giocarsi domani l’accesso alle semifinali ma di fronte troverà un osso durissimo, la testa di serie numero 2 del torneo, la tedesca Angelique Kerber che nella notte si è sbarazzata della due volte campionessa di Wimbledon, la ceca Kvitova. È la quarta volta in carriera che la pugliese raggiunge i quarti di finale agli Us Open: prima della finale della scorsa stagione (la sfida tutta italiana con Flavia Pennetta) ci era già riuscita nel 2012 e nel 2013. «Qui gioco sempre bene, è come un posto magico», dice.
Ora l’aspetta la tedesca che sogna di sfilare la leadership mondiale a Serena Williams: «Contro la Kerber – dice Roberta – farò il massimo che posso in questo momento. La stanchezza c’è. Ho una certa età, ma in campo non voglio mai perdere: do sempre l’anima anche quando non sono a posto fisicamente». Proprio le condizioni fisiche sono la grande incognita che stanno facendo da cornice al torneo tutta grinta e sofferenza della giocatrice italiana che ieri ha ribadito di voler rimandare a fine stagione la scelta se continuare o meno col tennis. «Mi porto dietro questo problema al tendine d’Achille già dalle Olimpiadi di Rio – racconta la 33enne tarantina – ieri nella giornata di riposo mi sono allenata sette minuti, dico davvero sette, con il mio coach. E due giorni fa erano stati 14. Cerco di camminare il meno possibile e faccio tanta terapia. Laser con il dottor Parra, ghiaccio, massaggi. Certo non è semplice in partita, un po’ sei comunque condizionata. Ieri mattina, prima del match, mi faceva pure male la schiena».
Ai malanni fisici si aggiunge anche la stanchezza che a questo punto del torneo comincia a farsi sentire: «Siamo ai quarti di uno Slam – sottolinea – e le partite cominciano a farsi sentire, soprattutto se non sei al top della condizione. Però non voglio pensarci, mi voglio godere questo momento. Mi piacerebbe svegliarmi domattina e non sentire più dolore, ma non posso pretendere miracoli. Una infiammazione come la mia è difficile che migliori se non ti fermi. E ora non è possibile, devo tener duro. Poi quando rientrerò a casa farò esami approfonditi e cercheremo di risolvere il problema».
In campo maschile intanto, Novak Djokovic, anche lui alle prese con qualche problemino al polso, procede come un treno. Nella notte si è sbarazzato in tre facili set del britannico Edmund e domani sfiderà il francese Tsonga nei quarti. Dove non ci sarà Rafa Nadal estromesso dal torneo dalla rivelazione francese Pouille, al termine di una maratona durata quattro ore e cinque set. Ai quarti accede anche Juan Martin Del Potro. Dopo l’assenza dai campi di circa un anno, e il buon torneo olimpico a Rio, l’argentino sembra essere tornato ai suoi livelli e si candida per la vittoria finale.