• 24 Novembre 2024 16:22

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La storia di Inaki e Nico Williams, le due ‘improbabili’ bandiere basche alla Coppa del Re

Apr 5, 2024

AGI – Due fratelli di colore sono diventati le improbabili bandiere del club ultra-identitario basco: e’ la storia di Inaki e Nico Williams, nati in Spagna da genitori ghanesi, entrambi attaccanti ed entrambi cresciuti fin dalle giovanili nell’Athletic Bilbao, una ‘squadra-nazione’ che accetta solo giocatori della regione a cavallo dei Pirenei. Saranno loro a guidare l’attacco dei ‘Rojiblancos’ nella finale della Coppa del Re spagnola contro il Maiorca, in programma sabato alle 22 allo stadio La Cartuja di Siviglia. Nella semifinale vinta 3-0 contro l’Atletico Madrid i fratelli Williams sono andati entrambi a segno, anche con assist reciproci. Fondato nel lontano 1898 l’Athletic Bilbao, come gli altri club baschi, rappresenta un’eccezione in un calcio globalizzato in cui le squadre sono multinazionali dove spesso e’ difficile persino trovare uno o due giocatori nati nella citta’ del club. Non e’ mai retrocesso (al pari di Real Madrid e Barcellona) e vanta 35 trofei tra campionate e coppe: la sua regola di schierare solo giocatori nati o cresciuti nel Paese basco ha fatto si’ che sia sempre stata una riserva ‘bianca’. I due fratelli Williams, nati da genitori arrivati in Spagna in fuga dalla miseria, hanno mosso i primi passi nel settore giovanile dell’Athletic giocando nel Baskonia, formazione satellite del club. Ora sono entrambi titolari della prima squadra e beniamini dei tifosi al San Mames. 

 

Inaki non e’ stato il primo giocatore di colore a giocare per il Bilbao (il primato spetta a Jonas Ramalho, di madre angolana e padre basco, che esordi’ nel 2011) ma e’ stato il primo a realizzare un gol e vanta piu’ di 300 presenze con i ‘Rojiblancos’ con un record di ben 251 partite consecutive. La curiosita’ e’ che ai mondiali del 2022 in Qatar hanno giocato in due Nazionali diverse: il centravanti Inaki, nato a Bilbao nel 1994 (la madre Maria era incinta di lui quando con il marito Felix scapparono dall’Africa con dopo un lungo cammino nel Sahara), ha la cittadinanza ghanese e ha scelto di rappresentare le Stelle Nere, malgrado avesse gia’ giocato una partita con la Spagna; Nico, nato nel 2002 a Pamplona, e’ un’ala destra offensiva e ha preferito le Furie Rosse di cui e’ gia’ una colonna portante. Era gia’ accaduto ai fratelli Boateng (Jerome nella Germania e Kevin-Prince nel Ghana) ma come per tutti i baschi, pure quelli acquisiti, anche per i Willams c’e’ una seconda patria che e’ l’Euskal Herria.

 

Nico e’ diventato una stella del club da poco: quando giocava nella ‘cantera’ dell’Athletic Club chiedeva al fratello di non venire alle sue partite perche’ si emozionava troppo. E Inaki e’ stato un secondo padre per il fratello che proteggeva mentre i genitori erano troppo impegnati a sbarcare il lunario.

 

 

“Da fratello maggiore mi rende davvero orgoglioso vedere come e’ cresciuto e come si sta migliorando da calciatore”, ha dichiarato Inaki alla Bbc, “io sono qui per aiutarlo, per insegnargli e dargli tutto cio’ di cui ha bisogno”. Il papa’ Felix ha ancora problemi ad appoggiare i piedi a causa delle ustioni che subi’ nell’attraversamento del deserto. L’odissea della fuga dall’Africa, con l’arresto nell’enclave spagnola di Melilla e la bugia che arrivavano dalla Liberia in piena guerra civile per ottenere l’asilo politico, subi’ una svolta grazie a un prete cattolico di Bilbao, Inaki Mardones. Fu lui a incontrare la coppia alla stazione quando Maria era al settimo mese di gravidanza e a dargli un appartamento e assistenza per il parto. Fu poi lui a battezzare e a diventare il padrino di quel figlio che porta il nome di Inaki in suo onore. Nel frattempo la famiglia si era trasferita in una casa popolare di Pamplona e Maria e Felix si adattavano a dare ogni tipo di lavoro pur di arrivare a fine mese. Il papa’ si trasferi’ a Londra dove era ai tornelli dello stadio del Chelsea, Stamford Bridge. Anche Inaki si adatto’ ad arbitrare partite pur di portare qualche soldo a casa fino a quando con il primo contratto professionistico ha potuto far rientrare il padre in Spagna. “Grazie a Dio ora siamo tutti insieme e viviamo una vita davvero bella”, ha raccontato Inaki, “i miei genitori hanno potuto vedere i loro figli prosperare ed e’ il motivo per cui erano venuti qui. Tutto cio’ che facciamo e’ per loro”. 

 

AGI – Due fratelli di colore sono diventati le improbabili bandiere del club ultra-identitario basco: e’ la storia di Inaki e Nico Williams, nati in Spagna da genitori ghanesi, entrambi attaccanti ed entrambi cresciuti fin dalle giovanili nell’Athletic Bilbao, una ‘squadra-nazione’ che accetta solo giocatori della regione a cavallo dei Pirenei. Saranno loro a guidare l’attacco dei ‘Rojiblancos’ nella finale della Coppa del Re spagnola contro il Maiorca, in programma sabato alle 22 allo stadio La Cartuja di Siviglia. Nella semifinale vinta 3-0 contro l’Atletico Madrid i fratelli Williams sono andati entrambi a segno, anche con assist reciproci. Fondato nel lontano 1898 l’Athletic Bilbao, come gli altri club baschi, rappresenta un’eccezione in un calcio globalizzato in cui le squadre sono multinazionali dove spesso e’ difficile persino trovare uno o due giocatori nati nella citta’ del club. Non e’ mai retrocesso (al pari di Real Madrid e Barcellona) e vanta 35 trofei tra campionate e coppe: la sua regola di schierare solo giocatori nati o cresciuti nel Paese basco ha fatto si’ che sia sempre stata una riserva ‘bianca’. I due fratelli Williams, nati da genitori arrivati in Spagna in fuga dalla miseria, hanno mosso i primi passi nel settore giovanile dell’Athletic giocando nel Baskonia, formazione satellite del club. Ora sono entrambi titolari della prima squadra e beniamini dei tifosi al San Mames. 
 
Inaki non e’ stato il primo giocatore di colore a giocare per il Bilbao (il primato spetta a Jonas Ramalho, di madre angolana e padre basco, che esordi’ nel 2011) ma e’ stato il primo a realizzare un gol e vanta piu’ di 300 presenze con i ‘Rojiblancos’ con un record di ben 251 partite consecutive. La curiosita’ e’ che ai mondiali del 2022 in Qatar hanno giocato in due Nazionali diverse: il centravanti Inaki, nato a Bilbao nel 1994 (la madre Maria era incinta di lui quando con il marito Felix scapparono dall’Africa con dopo un lungo cammino nel Sahara), ha la cittadinanza ghanese e ha scelto di rappresentare le Stelle Nere, malgrado avesse gia’ giocato una partita con la Spagna; Nico, nato nel 2002 a Pamplona, e’ un’ala destra offensiva e ha preferito le Furie Rosse di cui e’ gia’ una colonna portante. Era gia’ accaduto ai fratelli Boateng (Jerome nella Germania e Kevin-Prince nel Ghana) ma come per tutti i baschi, pure quelli acquisiti, anche per i Willams c’e’ una seconda patria che e’ l’Euskal Herria.
 
Nico e’ diventato una stella del club da poco: quando giocava nella ‘cantera’ dell’Athletic Club chiedeva al fratello di non venire alle sue partite perche’ si emozionava troppo. E Inaki e’ stato un secondo padre per il fratello che proteggeva mentre i genitori erano troppo impegnati a sbarcare il lunario.
 

 
“Da fratello maggiore mi rende davvero orgoglioso vedere come e’ cresciuto e come si sta migliorando da calciatore”, ha dichiarato Inaki alla Bbc, “io sono qui per aiutarlo, per insegnargli e dargli tutto cio’ di cui ha bisogno”. Il papa’ Felix ha ancora problemi ad appoggiare i piedi a causa delle ustioni che subi’ nell’attraversamento del deserto. L’odissea della fuga dall’Africa, con l’arresto nell’enclave spagnola di Melilla e la bugia che arrivavano dalla Liberia in piena guerra civile per ottenere l’asilo politico, subi’ una svolta grazie a un prete cattolico di Bilbao, Inaki Mardones. Fu lui a incontrare la coppia alla stazione quando Maria era al settimo mese di gravidanza e a dargli un appartamento e assistenza per il parto. Fu poi lui a battezzare e a diventare il padrino di quel figlio che porta il nome di Inaki in suo onore. Nel frattempo la famiglia si era trasferita in una casa popolare di Pamplona e Maria e Felix si adattavano a dare ogni tipo di lavoro pur di arrivare a fine mese. Il papa’ si trasferi’ a Londra dove era ai tornelli dello stadio del Chelsea, Stamford Bridge. Anche Inaki si adatto’ ad arbitrare partite pur di portare qualche soldo a casa fino a quando con il primo contratto professionistico ha potuto far rientrare il padre in Spagna. “Grazie a Dio ora siamo tutti insieme e viviamo una vita davvero bella”, ha raccontato Inaki, “i miei genitori hanno potuto vedere i loro figli prosperare ed e’ il motivo per cui erano venuti qui. Tutto cio’ che facciamo e’ per loro”. 
 

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