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La storia dello chef italiano ucciso a New York dalla prostituta che voleva derubarlo

Ago 19, 2021

Ci sono voluti due anni perché la prostituta italo-canadese Angelina Barini confessasse di aver dato un cocktail letale di Ghb (droga dello stupro) e Fentanyl allo chef di Zorlesco (Lodi) Andrea Zamperoni.

Il giovane cuoco del Cipriani fu ucciso nell’agosto del 2019 nella camera 15 del Kamway Lodge a New York. L’ammissione della donna, 42 anni, è arrivata mercoledì durante l’udienza del processo davanti al giudice della Federal Court di Brooklyn, Brian Cogan.

Con la dichiarazione di colpevolezza per il reato di “morte conseguente a somministrazione di droga” per Barini si fa più concreta la possibilità del patteggiamento della pena, la cui entità dovrà essere concordata con la procura distrettuale in vista della prossima udienza in programma il prossimo 25 settembre.

Zamperoni, capo cuoco del ristorante Cipriani-Dolci Grand Central Terminal di Manhattan, era scomparso la sera del 17 agosto 2019. Quattro giorni dopo la Polizia lo aveva ritrovato senza vita dentro un bidone della spazzatura. Gli agenti avevano fatto irruzione nella stanza 15 dell’hotel al Queens e arrestato Barini: i filmati delle telecamere di sicurezza della struttura avevano ripreso il 33enne lodigiano entrare con una donna somigliante alla prostituta poco prima delle 5 del mattino del 18 agosto. Qualche ora più tardi lo stesso sistema di videosorveglianza aveva ripreso più volte la donna uscire e rientrare albergo alla ricerca di materiale per disfarsi del cadavere.

Barini, già gravata da 24 precedenti penali in prevalenza per droga e reati contro il patrimonio, è indagata per almeno altri tre casi analoghi: clienti attirati per una notte di sesso a pagamento e poi tramortiti – e in alcuni casi uccisi – con cocktail di stupefacenti a scopo di rapina.

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