La Fiat Panda è un simbolo tricolore, un oggetto che si è insinuato nelle case degli italiani con prepotenza, spesso senza chiedere il permesso. Quasi ogni famiglia ne ha posseduta una, o, quanto meno, ha pensato di procurarsela. Tutti la conoscono e per conquistare questa meritata fama, significa che il segno lo ha lasciato nella storia di questo Paese. Finora abbiamo conosciuto tre generazioni diverse, mentre fra pochi mesi debutterà la quarta che aggiungerà l’aggettivo Grande al proprio nome. Ripercorriamo la storia di questo veicolo che, più di ogni altro, simboleggia l’Italia su quattro ruote.
Le prime difficoltà
La fine degli anni Settanta del secolo scorso coincidono con un appannamento della stella di Fiat, che aveva dominato la decade con modelli innovativi e vincenti. Le vendite latitano e serve un colpo da maestro per fermare un’emorragia che sembra irreversibile. Purtroppo, dalle parti del Lingotto non tira una buona aria. Ci vogliono tutto l’ingegno e la fantasia italiana nel sapersi arrangiare, per cambiare un destino nebuloso.
La squadra di progettisti della Fiat lavora alacremente, notte e giorno, mentre l’azienda ha a che fare con turbolenze sindacali che fanno tremare i vetri dei palazzi torinesi. Il progetto della nuova “superutilitaria” viene affidato alla Italdesign di Giorgetto Giugiaro, che in una manciata di settimane indovina la strada giusta da seguire. Parte lo studio di un autotelaio a trazione anteriore, che possa avere tre o cinque porte. Alla fine, viene scelto il primo, con gioia di tutti quanti, perché più semplice ed economico.
Fonte: Ufficio Stampa FiatLa prima Fiat Panda 45
All’orizzonte, però, la Fiat deve fronteggiare un’altra situazione spinosa: la nuova utilitaria deve essere prodotta nelle fabbriche del Nord o del Sud Italia? I sindacati spingono per il Meridione, tra Cassino e Termini Imerese, mentre gli operai preferiscono il Settentrione, con i siti di Desio e Torino. La controversia sindacale esplode definitivamente quando vengono incendiate venti Fiat Panda di pre-serie, nello stabilimento Autobianchi di Desio. Dopo questa escalation di violenza, tra il dicembre 1979 e il gennaio 1980 arriva l’accordo: la Panda verrà costruita tanto a Termini Imerese, quanto a Desio. Una scelta che appiana fortunatamente le divergenze. Dopo tante difficoltà, la nuova Fiat Panda può debuttare al cospetto del Capo dello Stato, Sandro Pertini, in una cerimonia nei giardini del Quirinale il 29 febbraio del 1980.
Una scalata verso il successo
Le linee semplici, squadrate ed essenziali conquistano tutti. Inoltre, la strumentazione gradevole e i tanti vani portaoggetti sono un punto a favore che va dritto alla sostanza, con un occhio di riguardo ai giovani. A tal proposito, si rivela fondamentale il letto di fortuna che si può costruire grazie all’abbattimento dei sedili anteriori a sdraio e dell’amaca posteriore. Inizialmente la Panda 30 ottiene un motore bicilindrico da 652 cc raffreddato ad aria derivato dalla 126, mentre la Panda 45 il quattro cilindri 965 cc raffreddato ad acqua della 127. È l’alba di un successo inarrestabile. Da quel momento in poi, il contatore venditore non si arresterà più.
Fonte: Ufficio Stampa FiatLa prima Fiat Panda 4×4
A diventare una leggenda un grande contributo è ascrivibile alla versione 4×4, realizzata con gli specialisti della trazione integrale, di Steyr-Puch. L’utilitaria torinese con il differenziale posteriore si trasforma in un fuoristrada leggero, in grado di arrampicarsi dovunque, tra pietraie, fango e neve. Basta alzare una leva ad auto ferma che tutte e quattro le ruote iniziano a muoversi in contemporanea. Nel 1987 debutta un restyling che sposta la targa dal portellone al paraurti posteriore, rinfresca la mascherina e si caratterizza per altri vari ritocchi.
Durante gli anni Novanta debuttano una lunga serie di edizioni speciali, mentre in listino si aggiungono i motori Fire, più moderni, brillanti ed efficienti di quelli della prima maniera. La parabola della Panda originale si espande fino al nuovo millennio, quando il percorso viene interrotto nel 2003 con il lancio della seconda generazione. Saranno quasi 5 milioni gli esemplari venduti in 23 anni. Un successone.
La seconda generazione di Fiat Panda
La Fiat ha pronta nel cassetto la “Gingo”, nuovo modello designato a raccogliere l’eredità della Panda, ma per una controversia con Renault, che produce la – quasi omonima – Twingo, a Torino sono costretti alla virata repentina che riporta in auge il vecchio nome. Siamo nel 2003 e il destino della Panda, all’apparenza indirizzato verso il viale del tramonto, si riavvita per scrivere nuovi capitoli. La nuova versione più arrotondata nelle forme e ricca nelle dotazioni, convince e diventa campione di vendite.
Fonte: Ufficio Stampa FiatLa seconda generazione di Fiat Panda
In appena 3,59 metri di lunghezza, la Panda sa coniugare comodità, pragmatismo e solidità. Sotto al cofano continuano a girare con ardore i motori Fire, che vengono affiancati dai nuovi diesel Multijet, prodotti con orgoglio dalla Fiat, che rendono la Panda una vettura in grado di percorrere centinaia di migliaia di chilometri senza sforzo e, soprattutto, consumando pochissimo. Senza dimenticare le varie Metano e GPL, che si affacciano sulla scena con furore. La versione 4×4 non sparisce, ma anzi, raddoppia con la Climbing, un modello che farà scuola. L’auto dell’anno 2003 va avanti con la sua splendida e illustre carriera fino al 2012, quando debutta la terza generazione che è ancora saldamente in commercio.
Fino ai giorni nostri
Nel 2012 arriva nei listini di Fiat la Panda “319”, nome in codice dell’auto disegnata da Roberto Giolito. La piccola citycar italiana cresce nelle dimensioni ma resta compatta, agile e snella. Le sue linee diventano un classico senza tempo che a distanza di dodici anni non sembrano essere affatto invecchiate. Sotto al cofano spuntano, oltre ai motori visti nel passato, TwinAir bicilindrici e i più recenti FireFly, mentre nel corso del tempo gli aggiornamenti non sono mai mancati. Sempre presente la 4×4, anche in edizione speciale per i 40 anni, con una livrea e dotazioni particolari. Ogni mese, la Panda continua a essere la regina del mercato italiano, instancabile sul suo trono e inscalfibile da tutti quanti.
Fonte: Ufficio Stampa StellantisL’attuale Fiat Panda, anzi Pandina
Nei prossimi mesi, però, prenderà il nome di Pandina e aggiungerà un tocco di digitalizzazione mai visto finora, compreso un quadro strumenti non più analogico. Questo perché in occasione del 125esimo compleanno della Fiat, debutterà la nuova Grande Panda che aprirà un nuovo corso, anche a tinte elettriche. La Pandina, invece, affiancherà nei listini di mamma Fiat la neonata ancora per qualche anno, per un passaggio del testimone dolce e significativo per un modello che ha scritto la storia. E che continua a farla.