martedì 20 settembre 2016 00:19
CHIERI (TORINO)- Il Fenera Chieri ’76 aggiunge un tassello pregiato al suo reparto centrale tesserando la statunitense Kiesha Leggs.
Californiana di Stockton, classe 1990, 188 cm d’altezza, dal 2012 al 2015 Kiesha Leggs ha già giocato in Italia in A1 a Urbino (dov’è stata allenata anche da Ettore Guidetti); nell’ultima stagione ha difeso i colori del Pilskie Towarzystwo Pilki Siatkowej nella Superlega polacca.
Arrivata a Chieri da poche ore, ieri Kiesha Leggs ha già avuto modo di conoscere le sue nuove compagne a Bielmonte. Da domani con la ripresa degli allenamenti si metterà al lavoro in palestra insieme a loro. Il suo ingaggio permetterà a Federica Tasca un completo recupero dall’infortunio patito la passata stagione senza bisogno di forzare i tempi.
Vestirà la maglia numero 6.
LE PAROLE DI KIESHA LEGGS-
Kiesha, bentornata in Italia e benvenuta a Chieri!
«Grazie. Mi sento davvero felice ed eccitata nell’iniziare questa nuova esperienza di vita. Sento che questa squadra potrà fare cose fantastiche e sono contentissima di farne parte».
Dopo quattro anni torni a lavorare con Ettore Guidetti, il tuo primo allenatore in Italia a Urbino. Quanto ha inciso sulla tua scelta?
«Molto. Mi sono trovata benissimo con lui e si è dimostrato un ottimo allenatore».
Torni in Italia dopo una stagione nella Superlega in Polonia. Come ti ha cambiata questa esperienza?
«In Polonia sento di essere migliorata, soprattutto nel fondamentale nel muro. Credo anche di aver migliorato il mio atteggiamento, ora mi sento più aggressiva e grintosa. Spero di fare ancora meglio in Italia».
Presentati ai tuoi nuovi tifosi.
«Sono una persona piena di energia, sempre contenta e molto positiva. Mi piace ridere, parlare con le persone e divertirmi insieme a loro. Amo viaggiare e conoscere cose nuove. Amo anche mangiare e scoprire cibi nuovi, una passione che ben si abbina ai viaggi!».
I tuoi obiettivi per la tua prima stagione a Chieri?
«Raggiungere i play-off, per poi provare a vincerli. A livello personale spero di fare la differenza a muro».