Cinque strade per ricordare chi nella lotta contro i clan ha perso la vita. A Locri, cittadina della zona jonica reggina, per anni teatro di una delle più sanguinose faide calabresi e che ha dato i natali a boss e picciotti di clan di rango, Libera e l’amministrazione comunale lanciano una nuova sfida: rendere viva la memoria delle vittime di mafia nella realtà di ogni giorno. Questa mattina, alla presenza del fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, cinque vie della città saranno dedicate a vittime di mafia e di ‘ndrangheta.
In elenco ci sono nomi noti della battaglia contro i clan, come i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e l’imprenditore Vincenzo Grasso, ma anche “eroi” locali. La strada d’accesso all’ospedale di Locri sarà intitolata ai medici Gino Marino e Nicolò Domenico Pandolfo, uccisi rispettivamente nel 1988 e nel 1993. La loro colpa? Per i casati mafiosi di Locri e San Luca non erano stati sufficientemente bravi o precisi nel curare i loro familiari, dunque meritavano di morire. Stessa “sentenza” emessa per Maria Teresa Pugliese, moglie dell’ex sindaco di Locri, Domenico Speziali, uccisa sull’uscio di casa con un colpo di lupara o per i brigadieri Antonio Marino e Carmine Tripodi, in anni diversi costretti a pagare il medesimo tributo di sangue per la loro personale lotta contro i clan della Locride.
“In un cammino di cambiamento e di riscatto – dicono il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, e la referente di Libera per la Locride, Deborah Cartisano – è doveroso onorare la memoria di chi è stato brutalmente privato della vita e sottratto, con inaudita violenza, all’effetto dei propri cari”. Un’iniziativa che a Locri, dove per troppo tempo il silenzio è stato regola e l’omertà virtù, diventa un gesto concreto di contrasto ai clan. O meglio, l’ennesimo. Due anni fa, decine di migliaia di studenti hanno partecipato al corteo indetto da Libera il 21 marzo del 2017 per la “Giornata della memoria e dell’impegno”, nonostante i clan avessero fatto capire di non gradire per nulla l’iniziativa, coprendo le vie della città di scritte contro don Ciotti.
Un avvertimento che i ragazzi della Locride hanno deciso di ignorare. L’anno scorso invece l’amministrazione comunale ha deciso di concedere la cittadinanza onoraria al fondatore di Libera, che in quell’occasione ha detto “ricevo questa onorificenza con gratitudine e con la consapevolezza che solo il “Noi” vince, risultato di tante storie, di tante fatiche e limiti”. Idee in cui a Locri sembrano riconoscersi.