• 22 Settembre 2024 4:03

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La Russia prolunga il divieto di esportazione di benzina

Ago 3, 2024

Il divieto di esportazione della benzina dalla Russia è stato prolungato. Il provvedimento, inizialmente previsto per il solo mese di agosto, continuerà con l’obiettivo di sostenere la domanda interna. La conferma è arrivata dal Vice Ministro dell’energia del Governo russo, Pavel Sorokin, come riportato dall’agenzia di stampa TASS.

Il divieto continua

Stando a quanto comunicato in queste ore, il divieto di esportazione della benzina continuerà ad essere applicato anche nei mesi di settembre e ottobre e non solo nel corso di tutto il mese di agosto. La scelta del Governo russo è legata alla volontà di “evitare problemi” e per sostenere la domanda interna. Il provvedimento ha già avuto e continuerà ad evere un impatto importante sulle esportazioni di benzina verso l’estero (il blocco applicato dal Governo, in ogni caso, non comporta uno stop completo ma una forte limitazione).

I numeri del blocco

Come riportato da Bloomberg, il nuovo provvedimento sulle esportazioni ha avuto un effetto evidente sul ruolo di fornitore della Russia. Nel corso delle ultime settimane, infatti, le esportazioni di petrolio via mare dalla Russia sono diminuite in modo significativo, fino a toccare quota 2,99 milioni di barili al giorno. Complessivamente, nel confronto con lo scorso mese di aprile, si è registrato un calo di quasi 600.000 barili al giorno, pari al 17% delle esportazioni complessive di greggio via mare della Russia, che, nel frattempo, sta sostenendo indirettamente l’industria cinese.

Cosa succede ora

Il provvedimento della Russia avrà un effetto importante sui prezzi dei carburanti nei Paesi fortemente dipendenti dal greggio russo. In particolare, saranno India e Cina a risentire maggiormente del blocco voluto dalla Russia (oltre l’80% delle esportazioni russe di greggio, infatti, riguardano proprio i mercati indiani e cinesi). In ogni caso, l’intero mercato mondiale sarà, inevitabilmente, condizionato da questa scelta.

Di fatto, la Russia toglie dal mercato una frazione considerevole di barili. Questa scelta spingerà gli acquirenti indiani e cinesi a rivolgersi ad altri venditori, con un effetto a catena che farà aumentare la domanda sul mercato globale. La principale conseguenza di questa scelta, quindi, potrebbe essere un aumento generalizzato del costo del greggio e, quindi, un nuovo rincaro per il costo al dettaglio della benzina, anche in Europa. Gli sviluppi della guerra in Ucraina (e i possibili attacchi alle raffinerie russe da parte dell’Ucraina) potrebbero andare a impattare ulteriormente il mercato e le decisioni della Russia in merito alle esportazioni.

Rincari in arrivo?

La situazione russa è da monitorare con grande attenzione e potrebbe avere un effetto rilevante anche sull’Europa e, in particolare, sull’Italia. Nel nostro Paese, dove le auto elettriche e ibride faticano a ritagliarsi uno spazio rilevante sul mercato, già da tempo si registra un aumento significativo del prezzo al dettaglio dei carburanti. Nel corso dei prossimi mesi, per via del blocco delle esportazioni voluto dalla Russia, potrebbero esserci ulteriori rincari per gli utenti finali che già devono fare i conti con le accise che fanno lievitare in modo significativo il costo al litro della benzina. Per ulteriori aggiornamenti sulla questione sarà necessario attendere le prossime settimane. Fino al prossimo autunno, in ogni caso, la situazione andrà monitorata con grande attenzione.

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