AGI – Il Nasdaq ha chiuso ieri sera il suo miglior primo semestre di sempre, i 6 mesi più brillanti in assoluto dalla seconda metà del 1999, all’apice della bolla delle dot-com. A spingerlo la scommessa degli investitori sull’Intelligenza artificiale, da molte case d’investimento considerata la miniera d’oro del futuro.
Dall’inizio dell’anno l’indice dei titoli tecnologici quotati a Wall Street ha registrato un balzo di quasi il 32%, circa il doppio rispetto al quasi +16% toccato dall’S&P 500, pure protagonista della sua miglior performance dal 2019. In confronto è rimasto praticamente fermo il Dow Jones, con il suo rialzo semestrale del 3,80%. Un’impennata, quella della Nasdaq, messa a segno nonostante condizioni di mercato tutt’altro che semplici: il crack delle banche regionali, lo scontro politico sul tetto del debito, la stretta monetaria condotta dalla Fed per combattere l’inflazione. A contribuire maggiormente al rimbalzo del mercato sono state alcune grandi società tecnologiche: Apple, Amazon, Microsoft, Nvidia, Alphabet, Meta e Tesla, gia’ ribattezzate le “Magnifiche Sette”. Venerdi’ il titolo della Mela ha stabilito un nuovo record superando la soglia dei 3.000 miliardi di dollari di capitalizzazione, mentre i titoli del produttore di chip Nvidia hanno quasi triplicato il loro prezzo dall’inizio dell’anno.
Ad aiutare i listini è stata anche la moderazione dell’inflazione nelle ultime settimane e la maggiore chiarezza delle banche centrali sulla loro strategia per raffreddarla. Anche i timori di recessione sono in parte diminuiti, con l’economia statunitense che si è dimostrata più resiliente delle attese. Il +2% stampato dal Pil nel primo trimestre dell’anno ha ampiamente battuto le stime del mercato. Analisti e investitori mantengono comunque un sano scetticismo sulla possibilità che il rally del listino possa proseguire senza intoppi anche nella seconda meta’ dell’anno. “Se si pensa che la Fed riuscirà a rallentare l’economia, è difficile giustificare la situazione del mercato azionario: in questo momento, qualcosa è fuori controllo”, dice Greg Davis, managing director e chief investment officer di Vanguard.
Anche gli indici europei delle blue-chip hanno chiuso all’insegna dell’entusiasmo la prima metà dell’anno, con gli investitori pronti a scommettere che la campagna di inasprimento monetario condotta dalla Bce raggiungerà presto il suo culmine. Lo Stoxx 600 paneuropeo ha terminato il semestre in rialzo di quasi il 9%. E a brillare è stata soprattutto Milano, che si è aggiudicata la maglia rosa tra le Borse principali del Vecchio continente. In 6 mesi il Ftse Mib ha guadagnato il 19,08% ed è tornato a toccare i livelli del settembre 2008, mai più rivisti dai tempi della crisi Lehman Brothers. Piazza Affari ha fatto meglio di Francoforte, con il Dax che è salito del 16%, e di Parigi, che è avanzata del 14,3%. Appena +1% invece per Londra, stretta tra i danni della Brexit e una Boe ancora più ‘falco’ della Bce.