AGI – Matteo Berrettini affronterà domani Taylor Fritz nei quarti di finale del torneo di Miami. L’ultima volta in cui il romano era arrivato così lontano in un 1000 risale a Madrid 2021: tantissimo tempo fa specie per uno come Matteo che ha attraversato diversi deserti per arrivare dove è ora. In assenza di Jannik Sinner, fermo ai box per squalifica, e stante l’ennesima fase grigia di Lorenzo Musetti (sconfitto senza appello con un doppio 6-2 da Djokovic), il 28enne romano è oggi il portabandiera maschile del movimento tennistico italiano, un portabandiera di altissimo livello come dimostra il successo quasi brutale negli ottavi contro Alex De Minaur. L’australiano numero 10 del mondo sta sviluppando una sorta di idiosincrasia per i colori azzurri: plurisconfitto per mano di Sinner, è uscito perdente dal match contro Berrettini dopo aver più volte assaporato (l’azzurro gli ha annullato sei set point) il gusto di poterlo portare al terzo set, area in cui sarebbe stato inevitabilmente lui il favorito.
Condizione mentale di Berrettini
Berrettini può contare oggi su una condizione mentale degna di quella che gli consentì di arrivare alla finale di Wimbledon nel 2021. Anzi, meglio: si è liberato di quei timori e di quei pesi che soprattutto dopo l’infortunio di Flushing Meadows lo avevano assediato. Oggi mette in mostra una serenità completamente sganciata dai risultati che gli consente di ottenerli, i risultati. “Se sono felice posso ottenere i risultati che voglio. E ora sono felice”, ha detto dopo il match.
Divertimento e serenità
È come se fosse tornato a divertirsi giocando a tennis anche se, come ha affermato qualche tempo fa, “la routine magari mi pesa un po’ di più di quando ero a inizio carriera”. Ma questa particolare fase della stagione lo intriga anche di più visto che Sinner è fuori dai giochi e tocca soprattutto a lui essere l’immagine di quella italian way of tennis che l’anno scorso ha catturato l’attenzione del mondo, non solo tennistico. Certo con Fritz non sarà facile e Matteo non parte favorito. Anche se ora regge sulla diagonale del rovescio con una solidità mai vista prima (potendo contare non solo sullo slice ma anche su un convincente, per quanto costruito, colpo piatto e profondo), il 27enne di San Diego ha colpi più violenti di De Minaur e potrebbe costringere Matteo a un surplus di fatica o di creatività per reggere lo scambio soprattutto sul rovescio.
La stagione di Berrettini
La stagione di Matteo, comunque, non va osservata solo per quanto potrà fare ora; il suo è un cammino che tira dritto verso la stagione sull’erba, superficie dove “The Hammer” potrebbe cogliere i successi più pesanti. E nel frattempo non si può fare altro che gioire per quel sorriso che Matteo offre anche dopo un errore o un’occasione fallita: è il segno di una stagione che psicologicamente è per lui del tutto nuova.
AGI – Matteo Berrettini affronterà domani Taylor Fritz nei quarti di finale del torneo di Miami. L’ultima volta in cui il romano era arrivato così lontano in un 1000 risale a Madrid 2021: tantissimo tempo fa specie per uno come Matteo che ha attraversato diversi deserti per arrivare dove è ora. In assenza di Jannik Sinner, fermo ai box per squalifica, e stante l’ennesima fase grigia di Lorenzo Musetti (sconfitto senza appello con un doppio 6-2 da Djokovic), il 28enne romano è oggi il portabandiera maschile del movimento tennistico italiano, un portabandiera di altissimo livello come dimostra il successo quasi brutale negli ottavi contro Alex De Minaur. L’australiano numero 10 del mondo sta sviluppando una sorta di idiosincrasia per i colori azzurri: plurisconfitto per mano di Sinner, è uscito perdente dal match contro Berrettini dopo aver più volte assaporato (l’azzurro gli ha annullato sei set point) il gusto di poterlo portare al terzo set, area in cui sarebbe stato inevitabilmente lui il favorito.
Condizione mentale di Berrettini
Berrettini può contare oggi su una condizione mentale degna di quella che gli consentì di arrivare alla finale di Wimbledon nel 2021. Anzi, meglio: si è liberato di quei timori e di quei pesi che soprattutto dopo l’infortunio di Flushing Meadows lo avevano assediato. Oggi mette in mostra una serenità completamente sganciata dai risultati che gli consente di ottenerli, i risultati. “Se sono felice posso ottenere i risultati che voglio. E ora sono felice”, ha detto dopo il match.
Divertimento e serenità
È come se fosse tornato a divertirsi giocando a tennis anche se, come ha affermato qualche tempo fa, “la routine magari mi pesa un po’ di più di quando ero a inizio carriera”. Ma questa particolare fase della stagione lo intriga anche di più visto che Sinner è fuori dai giochi e tocca soprattutto a lui essere l’immagine di quella italian way of tennis che l’anno scorso ha catturato l’attenzione del mondo, non solo tennistico. Certo con Fritz non sarà facile e Matteo non parte favorito. Anche se ora regge sulla diagonale del rovescio con una solidità mai vista prima (potendo contare non solo sullo slice ma anche su un convincente, per quanto costruito, colpo piatto e profondo), il 27enne di San Diego ha colpi più violenti di De Minaur e potrebbe costringere Matteo a un surplus di fatica o di creatività per reggere lo scambio soprattutto sul rovescio.
La stagione di Berrettini
La stagione di Matteo, comunque, non va osservata solo per quanto potrà fare ora; il suo è un cammino che tira dritto verso la stagione sull’erba, superficie dove “The Hammer” potrebbe cogliere i successi più pesanti. E nel frattempo non si può fare altro che gioire per quel sorriso che Matteo offre anche dopo un errore o un’occasione fallita: è il segno di una stagione che psicologicamente è per lui del tutto nuova.