AGI – “Una buona legge, che rischia di essere inapplicabile data la mancanza di mezzi, risorse e personale per la giustizia. Abbiamo solo la forma, manca la sostanza”. Così l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione matrimonialisti italiani, parla, intervistato dall’AGI, della nuova normativa sul diritto di famiglia contenuta nella riforma Cartabia sul processo civile, che entrerà in vigore il 28 febbraio prossimo.
“Siamo un Paese che non può pensare di velocizzare i processi cambiando una legge, perché servono più risorse. Come è accaduto per il ‘Codice rosso’, altra riforma a costo zero: una buona legge ma senza investimenti”, osserva Gassani, mettendo in evidenza, in particolare, la carenza di magistrati: “Mancano tremila magistrati togati in pianta organica – rileva – e in Italia ci sono 9.500 magistrati per 60 milioni di abitanti”. E ancora: “bene lo snellimento dei tempi processuali – aggiunge – ma non si può pensare in primis alla quantità piuttosto che alla qualità”.
Le nuove norme – dal rito unico, al piano genitoriale, alle domande di separazione e divorzio – sono “positive”, prosegue l’avvocato matrimonialista, sottolineando: “a me la legge piace, ma la realtà è che cambiano le norme e l’andazzo rimane lo stesso finché il legislatore non si renderà conto che il diritto di famiglia, materia delicata e più importante di tutte, ha bisogno di investimenti”.
Anche l’anticipo dell’entrata in vigore – inizialmente prevista per il 30 giugno prossimo – ha spiazzato gli operatori: “Non ci è piaciuta – racconta Gassani – avevano pensato a tempi diversi per poterci preparare alle novità”. Altra ‘nota dolente’ resta quella dell’edilizia giudiziaria, per cui il presidente dell’Associazione dei matrimonialisti, auspica che, nel 2024, quando sarà istituito il tribunale ‘ad hoc’ per tutte le cause – separazione, divorzio, minori – di famiglia, si penserà ad ospitarlo in “nuove strutture, realizzando un apposito Palazzo di giustizia, non una semplice targa su una porta”.