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La rete di ricarica per auto elettriche continua a crescere, anche durante la pandemia: Be Charge pensa al Post-Covid

Apr 30, 2020

Ma come eravamo messi esattamente, prima della pandemia? Quanto e dove aumenteranno le colonnine di ricarica pubblica in Italia, se siamo nel mezzo di una crisi senza precedenti che assorbe risorse? Paolo Martini, CEO del gruppo, affronta questo momento difficile con visione positiva: “Vogliamo contribuire alla fase di rilancio, come operatore della mobilità elettrica per le infrastrutture”.

Solo qualche mese fa lo scenario era definito: scendevano i costi delle batterie (oggi circa 180 dollari per kWh) e dei veicoli elettrici stessi. Le decisioni politiche accompagnavano un “mega-trend” da alcuni criticato ma per molti inarrestabile. Un’evoluzione che contava 20 anni per vendere il primo milione di auto elettriche nel mondo, ma erano già salite a cinque pronte a raddoppiare almeno, in un 2020 normale, per toccare in un teorico 2050 quota 500 milioni, di cui 6/8 in Italia. Ora l’italiano medio non pensa a questi numeri e non vede certo gli EV come un mercato di massa.

Questi scenari su cui si basava un operatore come Be Charge, non sono più attendibili? “L’orizzonte era e resta di lungo periodo – spiegano da Be Charge – le infrastrutture si preparano con anticipo rispetto all’arrivo dei veicoli”.

In effetti se pensiamo ai problemi di chi vende le auto elettriche, sono diversi. Un operatore come Be Charge vive d’investimenti, in questo caso ingenti e da fondi internazionali come Zouk (150 milioni) e la Bei (25 milioni). Grazie a questi impegni, la pandemia per aziende come Be Charge può essere inquadrata come una brutta coda sul percorso che non varia destinazione, almeno ora. Tant’è che il gruppo Be Power a cui fa capo, non solo mantiene tutte le attività e il lavoro ma salvaguarda i fornitori e la catena del valore. Trovando anche lo spazio per un’attività di raccolta fondi in aiuto degli ospedali bergamaschi.

Secondo l’orizzonte mantenuto quindi, quello che in modo positivo stimano in Be Charge è solo un rallentamento di un paio di anni, rispetto alla velocità del pre-Covid, nella diffusione della mobilità elettrica.

45.000 STAZIONI. Mentre la pandemia si espandeva in Europa, sono stati 100 i punti di ricarica installati nel mese di marzo e altrettanti in aprile, per l’Italia. C’erano 7.000 stazioni per EV a fine 2019 lungo lo Stivale, con target futuro delle 45.000, nel 2030. Più concreto resta quello delle 30.000 nei prossimi 3/5 anni, che sfruttino fonti rinnovabili.

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