• 25 Novembre 2024 5:43

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

La profonda crisi economica del Ghana

Set 28, 2023

AGI – Il Ghana sta attraversando la peggiore crisi economica degli ultimi anni. Il Paese, pur con previsioni di Pil, che sembrano rimanere solo sulla carta, al +3% per il 2023, stenta a riprendersi. L’inflazione (+40,1), soprattutto dei generi di prima necessità, in particolare quelli alimentari, vola verso l’alto e gli investimenti esteri diretti diminuiscono, creando problemi di valuta pregiata nel Paese.

La moneta locale, inoltre, si è svalutata sia rispetto al dollaro sia rispetto all’euro. Nonostante l’ottimismo manifestato oggi dalla Banca centrale del Ghana che non ha alzato, ulteriormente, i tassi di interesse, la situazione resta esplosiva. Infatti le proteste della popolazione sono subito montate e sono state represse con la forza. Centinaia di manifestanti si sono riuniti ad Accra, capitale del Ghana, per tre giorni di proteste antigovernative legate alle difficoltà economiche, che hanno portato a decine di arresti.

L’ultimo giorno di protesta ha visto numerosi arresti da parte della polizia. Secondo i media locali, i manifestanti, alcuni dei quali sventolavano cartelli con slogan contro il governo o la bandiera del Ghana, hanno lamentato l’alto costo della vita e la mancanza di lavoro mentre marciavano sotto la sorveglianza della polizia in tenuta antisommossa. 

The #OccupyJulorbiHouse protests roll on in Accra. Ghana’s Pres. Akufo-Addo’s economic incompetence is finally coming home to roost. As one protester Romeo said, “the average Ghanaian can’t afford three square meals.”pic.twitter.com/zHyFX9bAv4

— Steve Hanke (@steve_hanke)
September 24, 2023

Inflazione e Pil

Il Ghana sta combattendo la peggiore crisi economica dell’ultima generazione: “Il ghanese medio non può permettersi tre pasti al giorno ma al governo non importa” ha detto all’agenzia Reuters Romeo, un manifestante disoccupato di 24 anni. Questa è la classe media, i poveri faticano ancora di più. L’obiettivo dei manifestanti era quello di marciare verso la Jubilee Hause, la sede della presidenza e l’intento, nemmeno tanto velato, era di volerla occupare. Tutto è stato impedito dalle forze dell’ordine. La legge che punisce la riunione illegale e la violazione dell’ordine pubblico è stata applicata con rigore, decine gli arresti.

L’inflazione, è il dato che preoccupa di più, è molto al di sopra del livello cosiddetto di “comfort” stabilito dalla Banca centrale, nonostante sia rallentata al 40,1% in agosto su base annua rispetto al 43,1% del mese precedente. A essere colpiti sono tutti i beni di prima necessità e a pesare sul paese è proprio la congiuntura internazionale.

La Banca centrale, tuttavia, ha manifestato ottimismo, tanto che, di fronte all’inflazione galoppante, ha deciso di mantenere il tasso di interesse principale al 30%. Tutto ciò, secondo l’istituto bancario, è giustificato dai tassi di cambio stabili, anche se elevati, e dalla “robusta crescita economica del Paese”.

Il governatore della Banca, Ernest Addison, ha voluto sottolineare che il Pil “potrebbe aumentare di circa il 3% nel 2023, rispetto alla previsione del Fondo monetario internazionale dell’1.6%”, cifre tra di loro abbastanza distanti. “L’opinione condivisa del Comitato di politica monetaria è che dovremmo vedere una crescita più forte di quella prevista dal programma Fmi”, ha detto Addis, riferendosi a un pacchetto di sostegno da 3 miliardi di dollari da parte del Fondo, condizionato alla ristrutturazione del debito.

“Il policy mix previsto dalla linea di credito estesa triennale del Fmi sta cominciando a dare risultati. L’attività economica è in forte ripresa. Il tasso di cambio si sta stabilizzando. L’inflazione sta diminuendo e il livello delle riserve valutarie è migliorato”, ha aggiunto Addison. “Un miglioramento duraturo di questi indicatori dovrebbe portare al ripristino dei redditi reali e del potere d’acquisto”, ha affermato, aggiungendo che la Banca centrale si aspetta una continua disinflazione ma è pronta a intervenire qualora ciò non dovesse accadere.

Il calo degli investimenti

Intanto nel Paese si è registrato un calo degli investimenti diretti esteri (Ide): il Centro per la Promozione degli Investimenti del Ghana (Gipc) ha riferito di una riduzione del 16% dei progetti di investimento nella prima meta’ del 2023. In un rapporto relativo a questo periodo, il Gipc ha registrato 72 progetti di Ide rispetto agli 86 dello stesso periodo dell’anno precedente.

“Dei 72 progetti registrati, il settore manifatturiero, con 32 progetti, è quello più solido. Seguono i servizi e il commercio d’esportazione, rispettivamente con 25 e 7 piani. Il commercio generale conta 4 progetti, mentre il settore edile e delle costruzioni ha registrato 2 progetti. I settori dell’agricoltura e dei collegamenti hanno registrato un progetto ciascuno”.

Un dettaglio, nemmeno tanto insignificante: nel Paese si sta registrando un esodo dalle strutture sanitarie statali e missionarie di oltre 2 mila infermieri. Lo ha reso noto il ministro della Salute, Kwaku Agyemang-Manu. “Almeno 1.400 degli infermieri emigrati hanno lavorato nell’ambito del Servizio Sanitario del Ghana (Ghs), mentre i restanti 600 hanno lavorato presso le strutture della Christian Health Association of Ghana (Chag)”.

Il ministro della Salute, per rassicurare la popolazione, ha voluto precisare che ciò non ha compromesso o messo “in discussione in modo significativo il lavoro nelle strutture sanitarie”. Il Ghana, una nazione dell’Africa occidentale nota per la produzione di cacao, oro e petrolio, sta affrontando la crisi economica più grave degli ultimi decenni

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close