AGI – Il Ghana sta attraversando la peggiore crisi economica degli ultimi anni. Il Paese, pur con previsioni di Pil, che sembrano rimanere solo sulla carta, al +3% per il 2023, stenta a riprendersi. L’inflazione (+40,1), soprattutto dei generi di prima necessità, in particolare quelli alimentari, vola verso l’alto e gli investimenti esteri diretti diminuiscono, creando problemi di valuta pregiata nel Paese.
La moneta locale, inoltre, si è svalutata sia rispetto al dollaro sia rispetto all’euro. Nonostante l’ottimismo manifestato oggi dalla Banca centrale del Ghana che non ha alzato, ulteriormente, i tassi di interesse, la situazione resta esplosiva. Infatti le proteste della popolazione sono subito montate e sono state represse con la forza. Centinaia di manifestanti si sono riuniti ad Accra, capitale del Ghana, per tre giorni di proteste antigovernative legate alle difficoltà economiche, che hanno portato a decine di arresti.
L’ultimo giorno di protesta ha visto numerosi arresti da parte della polizia. Secondo i media locali, i manifestanti, alcuni dei quali sventolavano cartelli con slogan contro il governo o la bandiera del Ghana, hanno lamentato l’alto costo della vita e la mancanza di lavoro mentre marciavano sotto la sorveglianza della polizia in tenuta antisommossa.
The #OccupyJulorbiHouse protests roll on in Accra. Ghana’s Pres. Akufo-Addo’s economic incompetence is finally coming home to roost. As one protester Romeo said, “the average Ghanaian can’t afford three square meals.”pic.twitter.com/zHyFX9bAv4
— Steve Hanke (@steve_hanke)
September 24, 2023
Inflazione e Pil
Il Ghana sta combattendo la peggiore crisi economica dell’ultima generazione: “Il ghanese medio non può permettersi tre pasti al giorno ma al governo non importa” ha detto all’agenzia Reuters Romeo, un manifestante disoccupato di 24 anni. Questa è la classe media, i poveri faticano ancora di più. L’obiettivo dei manifestanti era quello di marciare verso la Jubilee Hause, la sede della presidenza e l’intento, nemmeno tanto velato, era di volerla occupare. Tutto è stato impedito dalle forze dell’ordine. La legge che punisce la riunione illegale e la violazione dell’ordine pubblico è stata applicata con rigore, decine gli arresti.
L’inflazione, è il dato che preoccupa di più, è molto al di sopra del livello cosiddetto di “comfort” stabilito dalla Banca centrale, nonostante sia rallentata al 40,1% in agosto su base annua rispetto al 43,1% del mese precedente. A essere colpiti sono tutti i beni di prima necessità e a pesare sul paese è proprio la congiuntura internazionale.
La Banca centrale, tuttavia, ha manifestato ottimismo, tanto che, di fronte all’inflazione galoppante, ha deciso di mantenere il tasso di interesse principale al 30%. Tutto ciò, secondo l’istituto bancario, è giustificato dai tassi di cambio stabili, anche se elevati, e dalla “robusta crescita economica del Paese”.
Il governatore della Banca, Ernest Addison, ha voluto sottolineare che il Pil “potrebbe aumentare di circa il 3% nel 2023, rispetto alla previsione del Fondo monetario internazionale dell’1.6%”, cifre tra di loro abbastanza distanti. “L’opinione condivisa del Comitato di politica monetaria è che dovremmo vedere una crescita più forte di quella prevista dal programma Fmi”, ha detto Addis, riferendosi a un pacchetto di sostegno da 3 miliardi di dollari da parte del Fondo, condizionato alla ristrutturazione del debito.
“Il policy mix previsto dalla linea di credito estesa triennale del Fmi sta cominciando a dare risultati. L’attività economica è in forte ripresa. Il tasso di cambio si sta stabilizzando. L’inflazione sta diminuendo e il livello delle riserve valutarie è migliorato”, ha aggiunto Addison. “Un miglioramento duraturo di questi indicatori dovrebbe portare al ripristino dei redditi reali e del potere d’acquisto”, ha affermato, aggiungendo che la Banca centrale si aspetta una continua disinflazione ma è pronta a intervenire qualora ciò non dovesse accadere.
Il calo degli investimenti
Intanto nel Paese si è registrato un calo degli investimenti diretti esteri (Ide): il Centro per la Promozione degli Investimenti del Ghana (Gipc) ha riferito di una riduzione del 16% dei progetti di investimento nella prima meta’ del 2023. In un rapporto relativo a questo periodo, il Gipc ha registrato 72 progetti di Ide rispetto agli 86 dello stesso periodo dell’anno precedente.
“Dei 72 progetti registrati, il settore manifatturiero, con 32 progetti, è quello più solido. Seguono i servizi e il commercio d’esportazione, rispettivamente con 25 e 7 piani. Il commercio generale conta 4 progetti, mentre il settore edile e delle costruzioni ha registrato 2 progetti. I settori dell’agricoltura e dei collegamenti hanno registrato un progetto ciascuno”.
Un dettaglio, nemmeno tanto insignificante: nel Paese si sta registrando un esodo dalle strutture sanitarie statali e missionarie di oltre 2 mila infermieri. Lo ha reso noto il ministro della Salute, Kwaku Agyemang-Manu. “Almeno 1.400 degli infermieri emigrati hanno lavorato nell’ambito del Servizio Sanitario del Ghana (Ghs), mentre i restanti 600 hanno lavorato presso le strutture della Christian Health Association of Ghana (Chag)”.
Il ministro della Salute, per rassicurare la popolazione, ha voluto precisare che ciò non ha compromesso o messo “in discussione in modo significativo il lavoro nelle strutture sanitarie”. Il Ghana, una nazione dell’Africa occidentale nota per la produzione di cacao, oro e petrolio, sta affrontando la crisi economica più grave degli ultimi decenni