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La Procura di Parma appoggia la protesta dei magistrati onorari

Dic 14, 2020

La Procura della Repubblica di Parma intende rappresentare il pieno appoggio alle istanze della magistratura onoraria mediante un gesto concreto e simbolico che va al di là della mera pubblica solidarietà.

Per questo tutti i magistrati togati parteciperanno alle udienze che si celebreranno nei giorni 15 e 17 dicembre dinanzi ai giudici monocratici e ai giudici di pace di Parma, udienze che invece ordinariamente vengono tenute dai vice procuratori onorari.

Nel rispetto istituzionale per tutte le parti del processo stesso, il procuratore della Repubblica e tutti i sostituti procuratori dell’ufficio andranno in udienza in luogo dei vice procuratori onorari, “per garantire la regolare celebrazione dei processi, ma nello stesso tempo per rappresentare l’unitarietà dell’ufficio stesso e la sua vicinanza alle aspettative della magistratura onoraria che, in definitiva, finiscono per coincidere con l’interesse degli uffici stessi”.

La scelta si inserisce nella protesta che da alcuni giorni la magistratura onoraria, sia giudicante che requirente, ha messo in atto per porre l’attenzione sull’annoso, e mai risolto, problema della sua reale collocazione nel mondo della giurisdizione, evidenziando la carenza di una effettiva tutela a fronte dei compiti sempre più ampi che le sono stati affidati nel corso del tempo.

Tra le varie iniziative, vi è lo sciopero della fame attuato da alcuni magistrati onorari, tra cui Livio Cancelliere appartenente al Tribunale di Parma.

“Alle giuste recriminazioni della categoria (già di per sé sufficienti a giustificare una presa di posizione da parte degli Uffici giudiziari), si aggiungono ragioni di carattere organizzative che riguardano proprio gli uffici giudiziari, a favore dei quali i magistrati onorari da anni si impegnano, garantendo la definizione di un gran numero di affari: sentenze, per quanto riguarda la magistratura giudicante; partecipazione alle udienze e gestione di molti procedimenti, per quanto riguarda la magistrature requirente.

Vi è dunque, in primo luogo, l’esigenza – avvertita anche dalla magistratura togata – che lo Stato riconosca anche ai magistrati onorari quei diritti e quelle prerogative (non privilegi) che si pretende vengano riconosciuti a tutti i lavoratori, e la cui inosservanza – quando commessa da privati – viene ordinariamente sanzionata nelle aule di giustizia.

In secondo luogo, conclude la Procura “il ricorso alla magistratura onoraria non può considerarsi affatto straordinario, trattandosi di figure professionali che ormai da anni sono inserite stabilmente nell’organizzazione degli uffici, di cui costituiscono parte integrante”.

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