• 29 Novembre 2024 16:51

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La prima squadra di immigrati a giocare in un campionato professionistico tedesco 

Mag 2, 2021

Non è facile che una squadra di calcio faccia parlare di sé a Monaco di Baviera se non si chiama Bayern. Eppure c’è un club neopromosso nella terza divisione tedesca, il Turkgucu Munchen, che sta attirando l’attenzione dei media internazionali e non solo per il suo onorevolissimo nono posto in classifica: è infatti la prima squadra di immigrati a disputare un campionato di calcio professionistico in Germania. Ci era andato vicino solo il Turkiyemspor di Berlino che nel 1991 sfiorò la promozione nella allora seconda divisione.

La piccola società è nata nel 1975 con la comunità di immigrati turchi decisi a integrarsi senza perdere il legame con la patria: fondatori turchi, giocatori turchi e tifosi turchi, un po’ come i baschi nell’Athletic Bilbao in Spagna. All’inizio il club (il cui nome significa letteralmente “il potere dei turchi di Monaco”) era una realtà poco più che amatoriale, ma dal 1983, grazie al sostegno di un gruppo imprenditoriale, ha iniziato una scalata nel calcio regionale e poi regionale. Gradualmente poi si è aperto anche a giocatori non turchi e ha conquistato le simpatie di qualche tifoso tedesco e di altre nazionalità, emergendo fra le centinaia di squadre di immigrati che si affrontano nei campionati minori della Germania.

“Non siamo la tipica squadra locale”

Proprio le aperture avevano in parte raffreddato l’entusiasmo dei tifosi turchi che ora però, con l’approdo in terza divisione, sono tornati a seguire in massa il Turkgucu, sia pure dalla tv a causa della pandemia. Il logo del club mette insieme la scacchiera biancoceleste della Baviera e la bandiera turca con il motto: “Preservare le tradizioni, connettere le culture”.

“Io sono di Monaco ma ha ho origini turche”, ha raccontato il centrocampista Unal Tosun, veterano della squadra, “mi identifico al 100% con il club. È la combinazione perfetta”. “Non siamo la tipica squadra locale”, ha osservato l’ad del Turkgucu, Max Kothny, “se guardo le tribune, i tifosi vengono da tante culture diverse e questa è proprio la cultura tedesca”. E intanto nulla vieta di sognare in grande: “Puntiamo a diventare il secondo club di Monaco a giocare in Champions League, un giorno”, è la speranza di un tifoso.

Non è facile che una squadra di calcio faccia parlare di sé a Monaco di Baviera se non si chiama Bayern. Eppure c’è un club neopromosso nella terza divisione tedesca, il Turkgucu Munchen, che sta attirando l’attenzione dei media internazionali e non solo per il suo onorevolissimo nono posto in classifica: è infatti la prima squadra di immigrati a disputare un campionato di calcio professionistico in Germania. Ci era andato vicino solo il Turkiyemspor di Berlino che nel 1991 sfiorò la promozione nella allora seconda divisione.
La piccola società è nata nel 1975 con la comunità di immigrati turchi decisi a integrarsi senza perdere il legame con la patria: fondatori turchi, giocatori turchi e tifosi turchi, un po’ come i baschi nell’Athletic Bilbao in Spagna. All’inizio il club (il cui nome significa letteralmente “il potere dei turchi di Monaco”) era una realtà poco più che amatoriale, ma dal 1983, grazie al sostegno di un gruppo imprenditoriale, ha iniziato una scalata nel calcio regionale e poi regionale. Gradualmente poi si è aperto anche a giocatori non turchi e ha conquistato le simpatie di qualche tifoso tedesco e di altre nazionalità, emergendo fra le centinaia di squadre di immigrati che si affrontano nei campionati minori della Germania.
“Non siamo la tipica squadra locale”
Proprio le aperture avevano in parte raffreddato l’entusiasmo dei tifosi turchi che ora però, con l’approdo in terza divisione, sono tornati a seguire in massa il Turkgucu, sia pure dalla tv a causa della pandemia. Il logo del club mette insieme la scacchiera biancoceleste della Baviera e la bandiera turca con il motto: “Preservare le tradizioni, connettere le culture”.
“Io sono di Monaco ma ha ho origini turche”, ha raccontato il centrocampista Unal Tosun, veterano della squadra, “mi identifico al 100% con il club. È la combinazione perfetta”. “Non siamo la tipica squadra locale”, ha osservato l’ad del Turkgucu, Max Kothny, “se guardo le tribune, i tifosi vengono da tante culture diverse e questa è proprio la cultura tedesca”. E intanto nulla vieta di sognare in grande: “Puntiamo a diventare il secondo club di Monaco a giocare in Champions League, un giorno”, è la speranza di un tifoso.

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