• 26 Novembre 2024 0:44

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La ”più bella” moto dell’EICMA 2024 per Virgilio Motori

Nov 11, 2024

Qualcuno potrà anche storcere il naso leggendo questo articolo. Ma nel tracciare il bilancio consuntivo dell’81esima rassegna motociclistica milanese, non me la sento di dedicare l’ennesimo peana a una supersportiva ipertecnologica ricca, carenata e dalle prestazioni disarmanti.

Moto Morini 3 ½ SPORT, radici forti nel passato ma proiettata nel futuro

Nell’indicare la “più bella” dell’EICMA sento semplicemente il bisogno di premiare una “vera moto” che mi ha colpito più in profondità e che ricorda a tutti quale sia la vera essenza di un mezzo a due ruote: semplicità, purezza nel design, marcata sensazione di agilità, con l’aggiunta di radici forti, ma proiettata decisamente nel futuro. In sintesi la Moto Morini 3 ½ Sport.

Mentre al Salone indugiavo con lo sguardo sulle sue forme, la mia mente è tornata automaticamente agli Anni 70, quando la “3 ½”, nel dilagare delle sofisticate pluricilindriche giapponesi, era un raro esempio di agilità e sobrietà, e affascinava nella guida come, soprattutto, nella voce del suo motore. Non nascondo, a quei tempi, di averla desiderata tantissimo…

Viene subito voglia di salire in sella

Dunque, perché ritengo la nuova Moto Morini 3 ½ Sport la “più bella” del Salone di Milano? Perché riesce a essere affascinante, compiuta e convincente anche con una carrozzeria ridotta al minimo composta dalla classica triade serbatoio-sella-fianchetti, definiti da un solo colpo di pennello ma anche collegati da una rara armonia. A pensarci bene non c’è bisogno d’altro.

Una naked classica che fa venire subito voglia di sedere nel marcato incavo della sella, di serrare fra le gambe quell’affusolato serbatoio e di godersi una bella sgroppata su una tortuosa strada di montagna. Apprezzabile e poco invadente il compatto motore bicilindrico a V (incorniciato dallo scarico singolo perentoriamente eretto) come pure la presenza (discreta) dei principali componenti: dai gruppi ottici al disco singolo anteriore.

Tecnicamente aggiornata senza effetti speciali

Agile e compatta coi suoi 1420 mm di passo e i 165 kg di massa a secco, la Moto Morini 3 ½ Sport ha un telaio monotrave a doppia culla in acciaio, una forcella upside-down con steli di 43 mm di diametro e un monoammortizzatore idraulico posteriore. All’avantreno spicca un disco singolo di 300 mm di diametro con pinza ad attacco radiale e uno posteriore di 255 mm.

Il motore di appena 350,3 cm3 (una cilindrata da rivalutare…) ha mantenuto la V “stretta” di 60° fra i due cilindri (ma non di 72° come il progenitore…) anche se, a differenza di quello degli Anni 70, è raffreddato a liquido, alimentato a iniezione elettronica con distribuzione bialbero a quattro valvole per cilindro. La potenza? 32,6 CV a 8500 giri/’: non tantissimi, ma con un peso così ridotto la 3 ½ dovrebbe risultare comunque molto divertente.

Concludo con una nota: non mi scandalizza più di tanto che ora lo storico marchio italiano sia finanziato da capitale cinese: l’importante è che le moto che commercializza siano progettate, disegnate e sviluppate nel nostro caro Bel Paese (nei dintorni di Pavia, sulle sponde del Ticino).

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