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La paura della variante indiana e la mini zona rossa a Sabaudia

Mag 3, 2021

Un tempo il problema erano le zanzare, oggi a dannare la vita dell’Agro pontino ci pensa il Covid-19. La preoccupazione si chiama variante indiana. Tra Latina, Sabaudia, San Felice al Circeo, Fondi e fino a Terracina vivono oltre 15mila sikh che lavorano nelle aziende agricole di quella che un tempo era una palude ed oggi è invece una delle zone agricole più produttive del paese. Già lo scorso anno dopo una festa di carnevale in un centro anziani dell’agro pontino vicino a Fondi si creò un preoccupante cluster. La provincia di Latina per prima fu colpita dai provvedimenti restrittivi: zona rossa e obbligo di mascherina anche all’aperto. Regole a cui tutti nel tempo ci siamo dovuti abituare. Negli scorsi giorni, invece, le preoccupanti notizie che arrivavano dall’India, hanno spinto la regione Lazio ad effettuare uno screening sulla comunità sikh: 270 persone erano risultate positive. Molto spesso i membri della comunità si muovono avanti e indietro con il loro paese d’origine. Due fatti che messi insieme hanno spinto la regione ad agire.

 

 

Lo screening con test rapidi effettuato tra le aziende agricole della zona ha permesso di riscontrare nell’area di Sabaudia un tasso di positività particolarmente alto: 86 positivi su 560 tamponi effettuati, oltre il 15 per cento. I positivi sono stati sottoposti al test molecolare (per 30 c’è già la conferma di positività), bisognerà poi capire se tra loro qualcuno abbia contratto la variante indiana, ma i primi risultati che arrivano dallo Spallanzani sembrano incoraggianti: per adesso c’è solo un positivo alla mutazione trovato non a Sabaudia, ma su un volo di ritorno dall’India. L’alta percentuale comunque ha allarmato la regione Lazio che è corsa ai ripari. Con un’ordinanza firmata dal governatore Nicola Zigaretti è stata istituita una mini zona rossa nel quartiere di Bella Farnia, un borghetto di case dove vivono 720 sikh, la metà dei 1.500 che risiedono a Sabaudia. “Sono 20 anni che i sikh sono lì – dice al Foglio la sindaca della città pontina Giada Gervasi – i bambini sono tutti nati qui e frequentano le scuole della città, anche per questo la regione ha deciso temporaneamente di fermare le lezioni fino al 7 di maggio”. “Con alcuni – prosegue – c’è un problema di lingua per questo per lo screening ci siamo appoggiati ad alcuni leader della comunità, mentre con i mediatori culturali abbiamo preparato degli opuscoli in lingua punjabi per spiegare l’importanza dello screening”. I positivi sono stati trasferiti nelle case alloggio e in alcuni Covid hotel creati dalla regione.

 

Con l’ordinanza regionale inoltre è stata rinviata la stagione balneare di una settimana, dal 1 al 8 di maggio. Simone Ponziani è il direttore dell’Oasi di Kufra, il grande hotel bianco al picco sul mare che tutti i frequentatori del litorale pontino conoscono: “Quest’ultimo fatto di cronaca – ci dice – proprio non ci voleva: ha aggiunto difficoltà a difficoltà. Già questo fine settimana avevamo diverse prenotazioni che sono state disdette all’ultimo e anche per il prossimo purtroppo le cose si stanno mettendo male: avevamo il tutto esaurito, ma già oltre la metà delle prenotazione sono state cancellate (800 persone ndr), molti venivano per alcune gare di canottaggio che sono state annullate. Da ieri e anche oggi è un susseguirsi di cancellazioni”. Con i lavoratori stagionali normalmente l’oasi di Kufra arriva ad avere anche oltre 100 dipendenti, ma quest’anno ancora nessuno è stato assunto. “Adesso – spiega ancora Ponziani – è tutto fermo, tra norme nazionali e questa situazione ho bisogno prima di capire che cosa possiamo aspettarci”. Ponziani è anche un po’ arrabbiato per come la notizia è stata diffusa. “Bella Farnia è un quartiere specifico dove vive la comunità indiana, non è Sabaudia, ma purtroppo chi viene da fuori questo non lo sa e giustamente si preoccupa. Questa cosa però andrebbe spiegata”.

 

Tra oggi e domani comunque dovrebbe terminare il sequenziamento del virus trovato sui positivi, intanto da questa mattina è in corso anche a Terracina uno screening sulla comunità sikh a borgo Hermada, l’equivalente nel paese del basso Lazio di Bella Farnia a Sabaudia.

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