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La nuova vita del bimbo iracheno arrivato in Italia dalla Bielorussia

Gen 26, 2022

AI –  Dal gelo bielorusso all’Italia. Per un bimbo iracheno di otto anni comincia una nuova vita. La storia a lieto fine viene raccontata dalla Croce Rossa. Taman, affetto da una malattia congenita che ha causato l’amputazione degli arti inferiori, e la sorellina di undici mesi potranno ricevere le cure mediche di cui hanno bisogno.

L’arrivo in Italia è la fine di un insidioso viaggio iniziato dall’Iraq con la speranza di raggiungere l’Europa che ha portato tutta la famiglia a soffrire il freddo e la fame in Bielorussia, al confine con la Polonia.

Grazie alla collaborazione della Croce Rossa Italiana con il ministro Luigi Di Maio e tutto il personale del ministero degli Affari Esteri, la Regione Emilia Romagna, il Comitato della Croce Rossa di Bologna e l’Istituto Ortopedico Rizzoli, la famiglia ha trovato ospitalità nel capoluogo emiliano dove i bambini potranno ricevere i trattamenti sanitari di cui necessitano con urgenza.

Insieme ai genitori, alla sorellina e al fratello maggiore, Taman lasciò mesi fa la provincia Sulaymaniyah nel Kurdistan iracheno per poi fare tappa in Bielorussia. “Mio figlio necessita di cure mediche e anche la più piccola è affetta da una malattia congenita, per questo abbiamo deciso di lasciare tutto e tentare disperatamente di arrivare in un Paese con strutture ospedaliere adeguate” ha spiegato il padre poche ore dopo l’arrivo in Italia.

In Bielorussia “sono stati giorni terribili – continua il padre – eravamo con altre migliaia di persone nella foresta al confine con la Polonia con temperature che arrivavano a meno 18 gradi. L’Europa tanto sognata era lì a pochi metri ma il confine era presidiato ed era impossibile raggiungerla”.

Fino all’arrivo in Italia: ad accompagnare la famiglia da Misk all’aeroporto di Fiumicino sono state due volontarie della Croce Rossa Italiana – Chiara Nigro e la dottoressa Carolina Casini. “Qui in Italia sono molto più felice” ha detto Taman dopo la prima notte trascorsa in un letto caldo in un appartamento a Bologna. E ai volontari della Cri che hanno chiesto cosa vuole fare da grande, il bimbo ha risposto senza esitazione: “Vorrei diventare un dottore”.

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