Il Berec, l’organismo regolatore europeo per le comunicazioni elettroniche, ha appena pubblicato le linee guida sulla neutralità della rete a cui dovranno adeguarsi tutti gli stati membri. Si tratta di una vittoria per tutti coloro che hanno manifestato per il rispetto dei diritti digitali e le libertà online.
Le indicazioni salvaguarderanno il diritto di ogni cittadino UE nell’accedere a contenuti online, applicazioni e servizi “senza interferenze ingiustificate o discriminazioni”, come hanno sottolineato il Commissario per il mercato digitale Andrus Ansip e il Commissario per l’Economia Digitale Günther H. Oettinger.
La svolta si deve al compromesso raggiunto nel 2015 tra Commissione, Parlamento e Consiglio e alla consultazione pubblica avviata a giugno dal Berec. I 500mila cittadini europei che hanno fatto sentire la propria voce hanno contribuito notevolmente alla stesura delle attuali linee guida. Affrontate e risolte le tre criticità più calde. Ovvero il rischio di creare corsie preferenziali per i servizi premium, la discriminazione del traffico relazionata alle esigenze dei provider e lo “zero rating” che avrebbe consentito agli operatori mobili di abbassare i limiti di traffico mensile.
“Se i regolatori non chiudono le falle che ci sono nella legge per come si presenta ora, la rete aperta è a rischio. Le compagnie di telecomunicazioni lo sanno bene e stanno facendo lobbying, addirittura 17 grandi aziende (tra cui le grandi telco) hanno minacciato di non investire nella nuova generazione di reti 5G. Noi, gli utenti di internet, non abbiamo lobbisti ma siamo milioni: cittadini comuni, imprenditori, attivisti, ong, noi tutti conosciamo il potere dell’internet aperto e vogliamo proteggerlo”, dissero a luglio Tim Berners-Lee, Lawrence Lessig (Creative Commons) e la giurista Barbara van Schewick.
Le linee guida del Berec sembrano aver affrontato e risolto ogni questione. Adesso tocca agli stati membri.