IN ATTESA DI UN “PORTO SICURO”
A chiedere l’intervento della nave della omonima Ong spagnola è Malta ma poi La Valletta ha fatto sapere di essere disponibile ad accogliere sull’isola solo i migranti salvati questa notte ma di non essere disponibile per gli altri 121 a bordo da 9 giorni in attesa dell’indicazione di un “porto sicuro”
10 agosto 2019
1′ di lettura
Sale A 160 il numero dei migranti a bordo della nave “Open Arms”. Alle 121 persone persone salvate dal naufragio nel Canale di Sicilia il 1° agosto sono sono aggiunte oggi altre 39, raccolte dalla Ong spagnola con una missione di soccorso notturna in acque internazionali dopo oltre una settimana di attesa dell’indicazione di un porto sicuro al largo di Lampedusa.
GUARDA IL VIDEO: Open Arms parte per una nuova missione, salvati 39 migranti
La segnalazione del barcone con a bordo le 39 persone in difficoltà è arrivata ancora una volta da “Alarm Phone”. Nella serata di ieri «siamo stati contattati da una barca in difficoltà nella zona Sar maltese con 45 persone a bordo – scrive su Twitter il servizio telefonico che fornisce ai migranti un numero da chiamare in caso di difficoltà – Alle 21 abbiamo avvertito l’Rcc (Centro di coordinamento dei soccorsi) di Malta» chiedendo un soccorso immediato in quanto, stando al racconto dei migranti, la barca stava affondando.
A chiedere l’intervento di “Open Arms” è stata proprio Malta ma poi La Valletta ha fatto sapere alla Ong di essere poter accogliere sull’isola solo i 39 salvati questa notte ma di non essere disponibile per gli altri 121 migranti a bordo da 9 giorni. Una decisione «inammissibile», dicono da “Open Arms”. «Questa situazione sta provocando gravi problemi di sicurezza a bordo», sottolinea il fondatore dell’Ong Oscar Camps, che torna a asollecitare l’indicazione di «un porto sicuro dove sbarcare» da parte delle autorità italiane.
GUARDA IL VIDEO: Richard Gere a bordo della Open Arms porta acqua e tanto cibo