Dal 2027 la MotoGP cambierà drasticamente per via dell’introduzione di un nuovo regolamento tecnico. Tante le novità che verranno introdotte: la principale riguarda la riduzione della potenza dei motori, ma attenzione anche alle modifiche regolamentari in materia di aerodinamica, peso del mezzo e concessioni.
Una decisione ‒ ratificata dalla Grand Prix Commission a Jerez ‒ che era nell’aria e ora, alla vigilia del Gran Premio di Francia, è arrivato l’atteso annuncio ufficiale. Parliamo di novità che, seppur in parte “previste”, hanno già il sapore di rivoluzione: l’obiettivo ‒ dichiarato ‒ è quello di rendere questo sport “più sicuro, più sostenibile e ancora più spettacolare” con delle moto totalmente nuove, che saranno “ancora più efficienti, in un’ottica di sostenibilità globale, e pensate per dar vita a delle competizioni ancora migliori e ancora più sorpassi”.
Motore, abbassata la potenza
Con il nuovo regolamento, la cilindrata passerà dagli attuali 1000cc a 850cc, sempre a quattro tempi. Inoltre, i propulsori dovranno essere a 4 cilindri, con diametro massimo che passerà dagli attuali 81 mm a 75 mm.
Cambiamenti che (almeno in termini di cilindrata massima) non si vedevano dal 2012 [anno in cui i motori da 1000cc hanno preso il posto di quelli a 800cc, ndr] e che avranno conseguenze dirette sulle velocità di punta, che negli ultimi anni hanno raggiunto picchi particolarmente elevati. Una modifica che promette di rendere questo sport “più sicuro” grazie a velocità più contenute e meno “estreme”.
A ciò si aggiunge la riduzione dei motori a disposizione per ciascun pilota, che scende a sei (sette nel caso in cui i GP fossero più di 20). Una novità che strizza l’occhio alla sostenibilità, tema sempre più caro alla MotoGP: a tal proposito, verrà ridotta anche la capacità del serbatoio, che passerà dagli attuali 22 litri a 20 litri, con la possibilità di utilizzarne 11 per la Sprint Race.
Infine, arriverà la stretta anche sui carburanti, che dal 2027 dovranno essere necessariamente al 100% di origine non fossile per limitare al massimo le emissioni. In questo caso, tuttavia, si tratta di una conferma di quanto già comunicato in precedenza: sul tema, infatti, la MotoGP è attiva da diverso tempo, come dimostra anche l’attuale carburante, che deve essere almeno al 40% di origine non fossile.
Rivoluzione (o involuzione) aerodinamica
Non solo motori: dal 2027 anche l’aerodinamica è destinata ad essere ridotta, con l’obiettivo di “minimizzarne gli effetti negativi”. Ecco dunque che la larghezza della parte superiore della carenatura anteriore sarà più stretta di 50 mm ‒ dagli attuali 600 mm a 550 mm ‒ mentre lo sbalzo dell’ala anteriore rispetto al cupolino anteriore (il cosiddetto “muso”) sarà arretrato di 50 mm. Si tratta di misure prese con l’obiettivo di “spettacolarizzare” la MotoGP e dare vita a corse ancora più combattute e con ancora più sorpassi, riducendo gli effetti aerodinamici dove contano maggiormente, ovvero sui rettilinei e nelle zone di frenata. Nella parte posteriore della moto, invece, dal 2027 tutte le parti montate sul codone posteriore (i cosiddetti “spoiler”) saranno soggette a omologazione come componente aerodinamica. A livello di carenatura, sarà possibile portare un solo aggiornamento nel corso della stagione. Una novità introdotta per limitare (e controllare) i costi, che strizza molto l’occhio (seppur con le dovute differenze) a quanto fatto in F1 con il budget cap.
Inoltre, il nuovo regolamento vieta ogni tipo di abbassatore (anteriore e posteriore) e anche i dispositivi holeshot pensati per migliorare la partenza. Una mossa che ‒ sulla carta ‒ dovrebbe mettere in luce le capacità dei piloti, soprattutto in fase di start.
Da ultimo, ma non certo per importanza, il peso minimo complessivo delle moto passerà a 153 kg (quattro in meno rispetto ai 157 kg attuali); diminuirà anche il numero totale dei rapporti del cambio fra cui scegliere, che sarà di 16 ingranaggi diversi della trasmissione per stagione, più 4 diversi rapporti complessivi per la trasmissione primaria.
Dati GPS, una questione di equilibrio
Non solo moto: le novità riguarderanno anche la condivisione dei dati, in particolare quelli GPS dei piloti, che saranno messi a disposizione di tutti i team al termine di ogni sessione. Una decisione presa per provare a dare maggior equilibrio alla categoria: stando a quanto dichiarato, “fornendo dati a tutti i piloti, vi saranno migliori opportunità di fare passi avanti per i team e i piloti meno performanti, il tutto ad un costo controllato”. Un obiettivo ‒ quello di rendere la categoria il più equilibrata possibile ‒ che appare come primario con questo nuovo regolamento.
Restano le concessioni
Nessuna modifica sostanziale, invece, per quanto riguarda il sistema di concessioni, introdotto alla fine della stagione 2023, che rimarrà in vigore, seppur con delle novità regolamentari tecniche a partire dal 2027. In particolare, tutte le Case inizieranno la stagione dalla stessa “base”, ovvero saranno tutte inizialmente inserite nella fascia Rank B (motori congelati, tre wild card, test solo con i collaudatori su tre piste e con 190 gomme), e potranno salire o scendere di categoria per avere accesso a più o meno concessioni in base ai punti ottenuti nella prima parte di Campionato.
Infine, la fascia Rank D, comprendente il “pacchetto completo” di concessioni (test con i piloti titolari, su ogni circuito e con 260 gomme a disposizione, più un numero maggiore di motori, non congelati nello sviluppo e due sviluppi di aerodinamica), sarà riservata ai nuovi costruttori che dovessero fare il loro ingresso nel Mondiale nel 2027.