AGI – È arrivata in tarda mattinata in tribunale a Tempio Pausania, in Sardegna, Parvin Tadjk, chiamata come testimone nel processo in cui è imputato il figlio Ciro Grillo, accusato di stupro di gruppo con tre suoi amici. La moglie di Beppe Grillo, garante dei Cinque Stelle, ha attraversato il capannello di cronisti e telecamere senza rilasciare alcuna dichiarazione.
I fatti risalgono alla notte del 16 luglio 2019. Secondo la procura, Silvia (nome di fantasia) giovane italo-norvegese, assistita dall’avvocata Giulia Bongiorno, e la sua amica milanese Roberta (nome di fantasia), assistita dai legali Vinicio Nardo e Fiammetta di Stefano, hanno subito uno stupro nell’abitazione dei Grillo a Porto Cervo, in Costa Smeralda. Gli imputati sono Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria.
La moglie del garante dei Cinque Stelle quella notte dormiva nell’appartamento accanto: per questo sarà ascoltata in aula. Sul banco dei testimoni anche l’amica Maria Cristina Stasia e la governante della famiglia Grillo, Rosa Marilù Avila Jimenez, che quella notte alloggiavano nello stesso appartamento della mamma di Ciro Grillo.
“Ogni volta è una ferita che brucia”, ha dichiarato all’arrivo in tribunale l’avvocato Dario Romano, uno dei difensori di ‘Silvia’, nome di fantasia della ragazza italonorvegese che ha denunciato di essere stata stuprata da Ciro Grillo e tre suoi amici nell’estate del 2019 in Costa Smeralda.
Il legale è arrivato in tarda mattinata in tribunale a Tempio Pausania, in sostituzione della titolare Giulia Bongiorno, in occasione della nuova udienza del processo contro il figlio del fondatore del M5S e dei suoi tre amici.
“I ricordi della nostra assistita sono vivi”, ha aggiunto Romano. “In questo Paese è difficile fare denunce di violenza sessuale proprio perché nei processi lunghi il dolore di chi denuncia è prolungato nel tempo, con tutte le componenti di vittimizzazione secondaria”.
Sollecitato dai cronisti sulla testimonianza della madre di Ciro Grillo che aveva già dichiarato di non aver visto o sentito nulla quella notte, pur domendo in un appartamento accanto a quello dove sarebbero avvenute le violenze, Romano ha precisato: “Sotto questo profilo è ininfluente perché nessuno ha mai parlato di urla o di grida. È un discorso completamente diverso. Ora vedremo cosa emergerà in dibattimento”.