American Expedition Vehicles (AEV) ha da tempo ridefinito gli standard nel mondo dei veicoli fuoristrada. Specializzata in componenti e accessori per pick-up e SUV di marchi iconici quali Ram, Chevrolet e, soprattutto, Jeep, ha trasformato la Wrangler in un camper. Com’è stato possibile? Con tante, tante ore di studio e applicazione. Il lavoro si profilava una “follia” all’inizio, viste le peculiarità del mezzo a stelle e strisce. Che, con tutto l’affetto del mondo, ha delle altre qualità, tra cui un design grintoso e la capacità di solcare sentieri off-road.
Un’impronta differente
I progettisti hanno trovato il modo di conferirle un’impronta differente, capace di stupire i ferventi sostenitori della Jeep Wrangler originale. Che avesse diverse frecce al proprio arco era risaputo, ma la filosofia della Casa di Fiat Chrysler Automobiles (FCA, poi fusa insieme a PSA Groupe in Stellantis) ha sempre fatto leva su tratti aggressivi e virili. Addirittura, i meno esperti tendono ancora a scambiare il nome jeep come sinonimo di fuoristrada.
A onor del vero, l’errore viene oggi commesso meno, dato il proliferare di SUV, crossover e pick-up sviluppati dalla concorrenza. Ma se un’azienda ha contribuito alla diffusione del genere più di tutte quella è la creatura di Antonio Filosa. Con AEV, la Jeep Wrangler si toglie, però, i “panni” abituali e assume una carrozzeria inedita. Battezzato Outpost II, il prodotto finale rappresenta un camper d’avventura di lusso. Realizzato su misura per il presidente all’uscita (correva il 2018), prende i tratti off-road e li unisce a dettagli da campeggio, votati al comfort.
Uno dei tratti distintivi consiste nell’estensione del telaio posteriore, una modifica che ha permesso di incrementare in misura significativa lo spazio interno. A ciò si aggiunge un nuovo sistema di sospensioni, rialzato di oltre 11 cm rispetto al modello di serie. Così viene garantita una maggiore altezza da terra e un’articolata escursione delle ruote, adatta ad affrontare qualsiasi percorso.
Motore e prezzo
Sotto il cofano l’Outpost II nasconde il potente motore HEMI da 5.7 litri, sinonimo di prestazioni e affidabilità. Ma il vero valore aggiunto del camper è riservato all’interno. Il tetto elettronico, che si trasforma rapidamente in una tenda, aumenta di parecchio lo spazio abitabile. Le due cucine, una interna e una esterna, complete di frigorifero da 50 litri e una stufa in acciaio, consentono di preparare i pasti ovunque. L’illuminazione a LED, i serbatoi d’acqua da 84 litri e il pannello solare da 265W completano l’equipaggiamento.
Sebbene l’Outpost II sia stato concepito come un progetto unico (ciò che oggi viene chiamato one-off), la prevalenza delle parti impiegate è disponibile nel catalogo di ricambi e accessori di AEV. Dunque, chi fosse interessato ad avere un esemplare simile ne ha modo, però va messa in conto un impegno economico non indifferente: tra il modello di base, i pezzi aggiuntivi e l’eventuale manodopera la spesa raggiunge soglie importanti, sopra i 150.000 dollari. Prima di chiudere, una nota per evitare di incorrere in guai con la legge (e in salate sanzioni): qualora l’Outpost II venga importato in Italia è obbligatoria la registrazione presso l’ufficio locale della Motorizzazione Civile.