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La guerra commerciale tra Usa e Cina manda in rosso le Borse

Apr 4, 2018

MILANO – Ore 9:40. Pechino risponde a Washington sui dazi commerciali: il ministero del Commercio cinese, dopo la pubblicazione da parte degli Usa di una lista di 1.300 prodotti asiatici – del valore di 50 miliardi di dollari – su cui imporre nuovi dazi doganali, ha annunciato iniziative di pari valore e un ricorso all’Organizzazione internazionale del commercio. Nel mirino, rende noto l’emittente televisiva statale China Central Television, 106 prodotti importati dagli Stati Uniti – auto, chimica, soia – che potranno essere soggetti a tariffe fino al 25%. Il braccio di ferro tra le due super-potenze continua a rappresentare l’ago (volatile) della bussola sui mercati, con i listini europei che trattano piatti. Anche se l’impatto diretto delle tariffe (12,5 miliardi attesi su 506 miliardi l’anno scorso secondo i calcoli di AMP Capital Investors, il 2,5 per cento) non è monstre, si temono le ripercussioni di eventuali spirali nella guerra commerciale.

Milano segna un calo dello 0,2% e anche le altre Piazze Ue prendono la via della debolezza. Francoforte retrocede dello 0,5%, Parigi dello 0,1% e Londra dello 0,15%. Questa mattina, la Borsa di Tokyo ha terminato la seduta in lieve rialzo, trainata degli indici a Wall Street, ma limitata dalle più recenti ripercussioni sulle ritorsioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. L’indice Nikkei ha segnato una variazione appena positiva dello 0,13%, a quota 21.319,55 con un guadagno di 27 punti. Sul mercato valutario lo yen si mantiene stabile sul dollaro a 106,50, e sulla moneta unica a un livello di 130.80.

L’euro apre in ribasso sotto 1,23 dollari. Il biglietto verde riprende quota dopo un forte deprezzamento. La moneta europea passa di mano a 1,2276 dollari e 130,77 yen. Dollaro/yen a 106,52. Apertura in leggero rialzo per lo spread tra Btp e Bund a 128,7 punti, rispetto ai 129 della chiusura di ieri. Il tasso del decennale è all’1,805%.

Dall’agenda macroeconomica si segnala il dato sulla disoccupazione in Italia; sempre l’Istat aggiornerà i conti pubblici alla luce delle indicazioni ricevute da Eurostat sul calcolo degli impegni per il salvataggio delle banche venete. In calo a marzo gli indici Pmi della Cina relativi al settore dei servizi e quello composito. Il Pmi dei servizi, stilato da Caixin-Markit, è sceso a 52,3 punti, dai 54,2 precedenti e contro i 54,5 attesi dal consensus. Si è trattato del ritmo di espansione più basso in quattro mesi. Il dato composite, sempre stilato da Caixin-Markit, si è attestato a 51,8 punti, in ribasso rispetto ai 53,3 punti precedenti. In Giappone, il Pmi servizi di marzo è sceso a 50,9 punti. Il valore di 50 separa la contrazione dall’espansione economica.

WALL STREET A SCONTO. Il grafico mostra quanto sia scesa la valutazione delle azioni dello S&P500; negli ultimi giorni: il rapporto tra prezzi azionari e utli attesi (che indica le aspettative del mercato sulla crescita delle società) è ai minimi dal voto su Brexit

WALL STREET A SCONTO. Il grafico mostra quanto sia scesa la valutazione delle azioni dello S&P500 negli ultimi giorni: il rapporto tra prezzi azionari e utli attesi (che indica le aspettative del mercato sulla crescita delle società) è ai minimi dal voto su Brexit

Come accennato, la seduta di ieri a Wall Street è finita in rally grazie al rimbalzo del settore tecnologico (+1%). All’indomani del peggiore inizio di aprile dal 1932, gli indici si sono risollevati in una giornata comunque volatile in cui il Nasdaq e l’S&P 500 erano finiti sotto la parità. I listini hanno accelerato nell’ultima ora di scambi sulla scia di indiscrezioni che confermerebbero quanto già detto la settimana scorsa dalla Casa Bianca, ossia che l’amministrazione usa non sta valutando azioni da compiere contro Amazon (+1,46% a 1.392,05 dollari) nonostante le ripetute minacce lanciate dal presidente Usa contro il gruppo di Jeff Bezos. Trump è convinto che il colosso americano del commercio elettronico stia facendo perdere denaro alle poste Usa e ai contribuenti americani. Nel giorno del suo debutto in Borsa, Spotify ha guadagnato il 12,89% a 149,01 dollari, sotto i 165,9 dollari a cui aveva iniziato gli scambi ma in rialzo rispetto al prezzo di riferimento che era stato fissato a 132 dollari. Arrivato a guadagnare fino a 397 punti, il Dow Jones alla fine ne ha aggiunti 389,17, l’1,65%, a quota 24.033,36. L’S&P 500 è salito di 32,57 punti, l’1,26%, a quota 2.614,45. Il Nasdaq ha registrato un rialzo di 71,16 punti, l’1,04%, a quota 6.941,28.

Il prezzo del petrolio arretra, dopo il rimbalzo di ieri. Sul mercato asiatico i future sul Light crude Wti cedono 14 cent a 63,37 dollari e quelli sul Brent perdono 18 cent a 67,94 dollari.

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