AGI – La Fiamma olimpica di Milano-Cortina 2026 entra oggi in Puglia e, per quattro giorni, attraverserà la regione da un capo all’altro, dal cuore dell’Alta Murgia fino al Tavoliere, seguendo un tracciato che tiene insieme geografia, storia, comunità e sport.
La prima giornata, oggi, prende avvio ad Altamura, città del pane Dop, alle porte del Parco nazionale dell’Alta Murgia, per poi scendere verso Gioia del Colle, Massafra e Crispiano, fino a Taranto. Un itinerario che incrocia paesaggi aspri e gravine, masserie e centri storici, e che si chiude nel capoluogo ionico con l’accensione del braciere in piazza Archita. Taranto, già protagonista in passato dei passaggi della torcia per Roma 1960 e Torino 2006, torna così a essere snodo simbolico di questo viaggio della Fiamma, in una città che vive di mare e di sport e che, anche questa volta, fa da cornice a una staffetta capace di parlare a più generazioni.
Domani la fiamma nel Salento tra pizzica e sport d’eccellenza
Domani, 30 dicembre, la Fiamma si sposterà nel Salento, attraversando Nardò, Gallipoli, Presicce-Acquarica, Maglie e Otranto, prima di raggiungere Lecce. Qui la staffetta si intreccerà con la tradizione popolare: la pizzica e le coreografie della Notte della Taranta accompagneranno l’arrivo del fuoco olimpico, mentre l’onore di accendere il braciere a Porta Napoli spetterà a Ferdinando ‘Fefè’ De Giorgi, commissario tecnico della Nazionale maschile di pallavolo campione del mondo, figura che incarna il legame tra territorio e sport di alto livello. È una tappa che mette insieme arte, musica e identità, restituendo il volto di un Salento capace di declinare il rito olimpico secondo il proprio linguaggio culturale.
Il passaggio istituzionale a Brindisi e la chiusura a Bari
Il 31 dicembre sarà invece il giorno della risalita adriatica e di uno dei passaggi più significativi dell’intero percorso regionale: Brindisi. Qui la Fiamma attraverserà lo stabilimento Eni, luogo simbolo di un rapporto storico tra industria, lavoro e territorio. Il passaggio all’interno del polo brindisino rappresenta un momento di forte valore istituzionale, inserito in un tracciato urbano che, dal petrolchimico, condurrà la staffetta verso il lungomare Regina Margherita, il Castello di terra e il Monumento al Marinaio. Da Brindisi il viaggio proseguirà poi verso Ostuni e Cisternino, attraversando la Valle d’Itria, prima di toccare Monopoli e Polignano a Mare, tra mura sul mare e scogliere a picco sull’Adriatico. La giornata si chiuderà a Bari, capoluogo di regione e snodo centrale dell’intero percorso pugliese. Qui la Fiamma arriverà nel pomeriggio, dopo aver attraversato il Parco 2 Giugno con quaranta tedofori impegnati su un tracciato di circa otto chilometri, per culminare in Largo Giannella con la city celebration di fine anno. Musica, arte, sport e solidarietà accompagneranno l’accensione del braciere, in una città che, per storia e ruolo istituzionale, rappresenta la porta d’Oriente e il punto di sintesi di questa lunga traversata regionale. Sul palco sarà presente anche il comico pugliese Gerry Cassano, chiamato a raccontare il territorio attraverso i suoi canali social, in un dialogo tra racconto contemporaneo e rito collettivo.
L’ingresso nel nuovo anno tra unesco e la memoria di mennea
Il viaggio pugliese della Fiamma si concluderà il primo gennaio 2026, con l’ingresso nel nuovo anno affidato a Trani, al passaggio davanti alla Cattedrale sul mare, e poi a Castel del Monte, simbolo federiciano e patrimonio Unesco. La tappa di Barletta assume un valore particolare: qui la staffetta attraverserà il centro dal Colosso Eraclio fino al lungomare intitolato a Pietro Mennea, ricordando il legame profondo tra la Fiamma olimpica e la figura del campione barlettano, a cui è dedicato anche lo Stadio dei Marmi di Roma da cui il Viaggio della Fiamma è partito lo scorso 6 dicembre. Barletta diventa così luogo di memoria e continuità, prima dell’ultimo atto pugliese a Foggia, dove il fuoco olimpico saluterà la regione attraversando il Tavoliere.
I grandi nomi dello sport pugliese come tedofori
Lungo il percorso pugliese, la Fiamma è affidata anche ai tedofori, chiamati a rappresentare risultati sportivi, storie personali e identità collettive. Tra i volti più noti c’è la brindisina Flavia Pennetta, vincitrice degli US Open 2015, e la tarantina Roberta Vinci, finalista nella stessa edizione e pluricampionessa Slam in doppio. Dallo sport olimpico arrivano il mesagnese Carlo Molfetta, oro a Londra 2012, e la marciatrice Antonella Palmisano, campionessa olimpica della 20 km a Tokyo 2020, mentre il motorsport è rappresentato da Antonio Giovinazzi, vincitore del Mondiale Endurance 2025 con la Ferrari. Accanto ai grandi nomi, spazio anche a storie di inclusione come quelle della karateka Silvia Semeraro e degli atleti Fijlkam Emanuele Fortunato e Gabriele Ceglie. Tra i tedofori figura infine Al Bano, a rappresentare il legame tra sport, cultura popolare e identità del territorio.
Il sindaco di Altamura
“Una grandissima soddisfazione: Altamura è una città bella e nobile, una comunità viva, con tante associazioni sportive e tanto lavoro. Meritava questo passaggio”. Così il sindaco di Altamura (Ba), Vitantonio Petronella, a margine dell’accensione della Fiamma olimpica dei Giochi invernali di Milano-Cortina 2026, che oggi ha inaugurato il percorso pugliese della staffetta. Petronella ha sottolineato in particolare il valore comunitario dell’evento, richiamando il significato simbolico dei primi tedofori scelti per la tappa altamurana.
“Le prime due tedofore sono state madre e figlia: è un passaggio che diventa quasi un gesto di comunità, un testimone che si consegna non solo nello sport ma nella vita quotidiana”, ha spiegato il primo cittadino. Nel suo intervento, il sindaco ha poi richiamato il ruolo educativo dello sport, soprattutto per le giovani generazioni. “Non dimentichiamo – ha aggiunto – che lo sport aiuta i ragazzi a crescere. Per usare un termine filosofico, li aiuta a ‘divenire’, a sviluppare tutte le dimensioni della propria personalità”. Un percorso che, secondo Petronella, non riguarda soltanto gli atleti, ma anche le famiglie e l’intera comunità educante. “Questo passaggio è fondamentale proprio per questo – ha concluso – perché richiama anche i genitori alla responsabilità nei confronti dei propri figli, attraverso lo sport e attraverso l’associazionismo, che restano strumenti centrali di crescita e di condivisione”.