MILANO – Ore 12.55 Il terremoto che ha investito il governo italiano, con il vice premier Matteo Salvini che ha aperto la crisi chiedendo di andare subito al voto, torna a surriscaldare lo spread. Il differenziale tra Btp e Bund, schizzato già ieri di oltre 10 punti, oggi continua la sua crescita e arriva a sfiorare quota 240 posizionandosi a 235 punti con il rendimento del titolo decennale italiano all’1,75%. In deciso rialzo anche i tassi dei Bot annuali messi all’asta oggi. Il Tesoro ha collocato 6,5 miliardi di titoli con rendimento allo 0,107%, in aumento di 17 centesimi rispetto all’asta del mese precedente.
L’andamento dello spread negli ultimi due mesi
Le ripercussioni si vedono anche a Piazza Affari, dove il Ftse Mib cede il 2,21% appesantita da tutta il settore bancario: Banco Bpm cede il 7,80%. Bper il 5,87%, Ubi il 5,87%, Unicredit il 5.80%, Intesa Sp il 4,43%. Meno pesanti i rossi delle altre Borse europee: Francoforte cede l’1,04% e Parigi lo 0,89%. Londra perde lo 0,17%. Sulla piazza britannica si fa sentire anche il dato molto deludente del Pil nel secondo trimestre, calato dello 0,2%, facendo segnare il risultato peggiore dal 2012. Restando sui dati macroeconomici, pesante anche il dato sulla bilancia commerciale tedesca. A giugno l’export tedesco è calato dell’8%, realizzando il ribasso più forte da luglio 2016.
In una seduta complessivamente mista per i listini asiatici, Tokyo ha invece chiuso in rialzo dello 0,44% forte anche dei buoni dati sulla crescita, con il Pil che nel secondo trimestre è cresciuto dello 0,4%, ben al di sopra del +0,1% atteso.
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Sul fronte delle valute l’euro passa di mano in mattinata a 1,1197 dollari e 118,62 yen. Lo yuan è stabile a 7,0816 sul dollaro. Tra i dati macroeconomici, l’Istat ha evidenziato una crescita coniunturale dell’export ma una frenata su base annua. Fermi invece i prezzi a luglio nella lettura definitiva dell’inflazione, che su base annua si attesta allo 0,4% dallo 0,5% stimato precedente.
Dal lato delle commodities,in netto rialzo le quotazoni del petrolio dopo che l’Agenzia Internazionale per l’Energia (Aie) ha tagliato le stime per il 2019 sulla crescita della domanda globale di petrolio di 100.000 barili al giorno a 1,1 milioni. I contratti sul Wti con consegna a settembre vengono scambiati a 53,21 dollari al barile, in rialzo dell’1,28%. Il Brent con consegna ad ottobre è scambiato a 58,17 dollari al barile, in crescita dell’1,38%.
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