• 27 Novembre 2024 3:20

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La crisi dei chip colpisce le chiavi dell’auto

Ott 29, 2022

Il 2022 doveva essere l’anno dell’ennesima svolta tecnologica nel mondo dell’automotive, ma per un motivo o per un altro la rivoluzione ha subito l’ennesima battuta d’arresto. Dopo gli anni difficili del Covid, che hanno portato il settore a congelarsi e a subire forti perdite, a ostacolare la crescita in questo 2022 che doveva sapere di rinascita è stata la guerra in Ucraina. Tra i tanti freni che il conflitto ha portato, oltre i rincari delle materie prime e le stangate alle aziende col caro energia, si è ancora una volta acuita la crisi che più di tutte sta segnando il mondo delle quattro ruote: la mancanza di microchip.

La crisi del chip, infatti, sta portando a numerosi problemi alle grandi Case automobilistiche, con molte che hanno ritardato produzioni e consegne, e altre che invece hanno bloccato la produzione di alcuni modelli per cercare di risparmiare le risorse. L’ultimo effetto negativo della mancanza dei semiconduttori, però, potrebbe presto abbattersi su tutti e su un oggetto ormai diventato di uso comune per gran parte dei possessori di nuovi modelli: la smart key.

Ritorno al passato? I problemi per le chiavi

Da anni, infatti, quasi tutti i modelli di ultima generazione presenti sul mercato hanno adottato la smart key, la chiave che chiave non è per le automobili che rilevano il sensore di presenza per potersi avviare. Dopo ritardi nelle consegne e auto prodotte senza determinati optional scelti dai clienti, infatti, la crisi del chip sembra far palesare all’orizzonte un nuovo problema con questo oggetto che potrebbe non essere più prodotto fino alla fine dell’emergenza (qui vi abbiamo parlato della crisi dei semiconduttori).

Ad anticipare i tempi, mettendo le mani avanti in un momento di crisi generale, è stata Toyota. Il colosso dell’auto giapponese, infatti, a causa della persistente carenza di semiconduttori ha deciso di consegnare ai clienti del Sol Levante soltanto chiavi classiche, ovvero quelle meccaniche che tutti, prima dell’arrivo della tecnologia e delle auto keyless, abbiamo avuto in tasca negli ultimi anni. Una scelta, quella di Toyota, che la Casa giapponese ha definito provvisoria e con la speranza di tornare presto alla normalità tecnologica degli ultimi anni.

Toyota come Peugeot, ritorno alla tradizione

Quello delle chiavi, però, non è un problema isolato. La crisi del chip, aperta nel 2020, continua a trascinarsi anno dopo anno e sembra non avere ancora una fine, tanto che alcune tra le più grandi aziende automobilistiche sono corse ai ripari. È il caso di Peugeot, che prima ancora di Toyota ha deciso di ridimensionare la propria produzione tecnologica.

La Casa francese ha infatti fatto rumore quando ha deciso di sostituire la strumentazione digitale della 308 con dei classici quadranti analogici, un tentativo come un altro per cercare di mettere una pezza alla mancanza dei chip che avrebbero dovuto sostenere il complesso impianto tecnologico che invece la vettura avrebbe richiesto per i quadranti digitali. Ovviamente i clienti che hanno comprato l’auto hanno ricevuto dei forti sconti.

Dall’altro lato, invece, ci sono Case come Volkswagen che ha deciso di fare un passo indietro all’insegna della tradizione. Il gruppo tedesco, infatti, ha fatto sapere tramite il proprio Ceo Thomas Schafer di voler ripristinare alcuni aspetti alla “vecchia maniera”, come per esempio i pulsanti dei volanti che da touch e col feedback tattile torneranno a essere invece dei veri e propri pulsanti da schiacciare. Una mossa che, al contrario di Peugeot, anticipa eventuali problemi a causa della carenza dei semiconduttori.

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