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Sorpassi e talenti: la rivincita della A

Feb 12, 2018

di Stefano Chioffi

lunedì 12 febbraio 2018 08:05

ROMA – È il campionato dei sorpassi e degli equilibri. L’Italia del pallone è fuori dal mondiale, cerca ancora un nuovo ct, non eccelle per i suoi fatturati e non rappresenta un modello a livello di politica sportiva (due commissari ai vertici della Federazione e della Lega), ma in compenso può consolarsi con una Serie A che riesce a suscitare un po’ di invidia all’estero per la sua incertezza e le sue emozioni, a differenza di quanto offrono la Premier League, la Liga e la Bundesliga, la crema dell’Europa. Dopo sessant’anni, il nostro calcio sarà costretto a guardare in poltrona la Coppa del Mondo, però il fascino della A nelle zone nobili della classifica sta accendendo curiosità e interesse, rispetto alla dittatura imposta dal Manchester City, dal Barcellona (unico club imbattuto nei tornei più quotati), dal Bayern Monaco e dal Paris Saint Germain in Inghilterra, in Spagna, in Germania e in Francia. La corsa allo scudetto promette brividi nelle ultime quattordici giornate. Sabato sera il Napoli si è ripreso il primo posto, ha esibito un “tiki-taka” degno di Messi e Iniesta con un 75% di possesso-palla durante il secondo tempo della sfida con la Lazio e ha messo il timbro sulla settima vittoria in rimonta in campionato. Sarri regala spettacolo, aspetta giovedì il Lipsia in Europa League e continua a governare la classifica con un punto di vantaggio sulla Juve, che ha ottenuto dieci successi e un pareggio in undici partite subendo soltanto un gol. Numeri che rafforzano le certezze dei bianconeri, pronti ad affrontare domani sera in casa il Tottenham nell’andata degli ottavi di Champions: Higuain (cinque reti nelle ultime tre gare) contro Kane, capocannoniere della Premier con ventitré gol davanti all’ex romanista Salah, a segno ventidue volte nel Liverpool di Klopp.

Colpi di scena che la Serie A sta offrendo anche nello sprint per la qualificazione in Champions, fonte di guadagno e di prestigio. La brusca frenata della Lazio, tre sconfitte consecutive, undicesima difesa del campionato, ha contribuito a mischiare le carte. Ne ha approfittato l’Inter, uscita dal tunnel degli equivoci e in grado di soffiare a Inzaghi il terzo posto. È stato il baby Karamoh, diciannove anni, ala destra, ex Caen, francese di origine ivoriana, a restituire ai nerazzurri una vittoria che mancava da otto turni: sei pareggi e due ko. Merito anche di Eder, che ha sostituito Icardi e si è confermato una garanzia sbloccando il match con il Bologna: secondo gol di fila dopo quello al Crotone, le sue due uniche presenze da titolare. Diverte e ritrova il binario giusto per la Champions anche la Roma, che ha superato la Lazio e ora è quarta. Parte in salita contro il Benevento, si fa sorprendere in avvio da Guilherme ma poi riprende il controllo della sfida con orgoglio e razionalità, sfruttando le magie sulla fascia di Ünder, che inventa un cross da manuale per il 2-1 di Dzeko e firma la sua prima doppietta in Italia. Il turco ha vent’anni, incanta con i suoi dribbling e i suoi cambi di marcia, dimostra personalità: è una scoperta del direttore sportivo Monchi, è costato in estate tredici milioni e mezzo di euro, si era fatto conoscere nell’Istanbul Basaksehir e viene paragonato a Dybala nella nazionale guidata da Mircea Lucescu. Ünder aveva già deciso una settimana fa la partita in trasferta con il Verona: può diventare una carta preziosa per Di Francesco. E’ stato il week-end dei giovani d’oro: da Bernardeschi a Cutrone, da Zielinski a Karamoh e Ünder. È anche la Serie A dei talenti.

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