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La Corea non spaventa i mercati, ma le Borse scivolano con le vendite sui tecnologici

Nov 29, 2017

MILANO – La Corea del Nord è tornata a minacciare il mondo dichiarando di essere diventata una potenza nucleare in grado di colpire tutto il territorio degli Stati Uniti, ma le Borse asiatiche non sembrano aver dato troppo peso alle minacce di Pyongyang e i listini europei si presentano ai blocchi di partenza ancora bene intonati: Milano apre in positivo dello 0,5%, Francoforte sale dello 0,9%, Parigi dello 0,6% e Londra cede invece lo 0,4%. Sui mercati vale evidentemente più l’effetto benefico dei nuovi record di Wall Street che la paura di un conflitto.

La Borsa di Tokyo stamattina ha terminato le contrattazioni col segno più, seguendo l’andamento dei mercati azionari statunitensi, e malgrado il ritorno dell’instabilità geopolitica nella penisola coreana. L’indice Nikkei mostra un incremento dello 0,49% a quota 22.597,20, guadagnando 110 punti. Sul mercato valutario lo yen è invariato sul dollaro a quota 111,50, e sull’euro a 132,20. A ottobre le vendite al dettaglio del Giappone sono rimaste invariate, dopo il rialzo dello 0,8% di settembre. Il dato è stato inferiore alle stime, con gli analisti che avevano previsto un incremento dello 0,2%.

L’agenda macroeconomica segnala il Pil francese, che in linea con la stima flash sale dello 0,5% nel terzo trimestre (+2,2% annuo), poi la fiducia economica in Eurozona e l’inflazione tedesca. Negli Usa si guarda invece alla seconda stima del Pil del terzo trimestre (atteso in crescita del 3,3%), con le richieste di nuovi mutui e i compromessi sulle case esistenti. L’euro è poco mosso sui mercati internazionali a 1,1864 dollari da 1,1845 della vigilia. Contro lo yen la moneta unica vale 132,84. Lo spread tra Btp e Bund apre in lieve rialzo a 145 punti (143 ieri in chiusura di giornata). Il rendimento del titolo decennale italiano è all’1,78%.

Ieri sera Wall Street ha chiuso ancora all’insegna dei record, tracciando la via per gli altri listini e mostrandosi più forte del lancio del missile intercontinentale coreano. A spingere gli acquisti è stato il rinnovato ottimismo per l’approvazione di una riforma fiscale: la commissione Bilancio del Senato ha dato il via libera al testo della legislazione messo a punto dai senatori repubblicani; il provvedimento può così arrivare nell’Aula del parlamento per un voto e si dovrebbe poi trovare una sintesi con la versione già approvata alla Camera. La prospettiva di un taglio delle aliquote e di un rialzo dei tassi ha messo il turbo al settore finanziario (+2,6%). Il Dow ha guadagnato alla fine l’1,09%, a quota 23.836,71., l’S&P 500 ha aggiunto lo 0,98%, a quota 2.627,04, e il Nasdaq è salito dello 0,49%, a quota 6.912,36. Da segnalare la corsa senza fine del Bitcoin, che si è portato per la prima volta sopra 10mila dollari.

Fronte caldo per il petrolio, con gli investitori che attendono i dati sulle scorte Usa ma soprattutto guardano al meeting di domani, a Vienna, dei Paesi del cartello Opec: l’aspettativa è per un supplemento di tagli all’estrazione, in modo da consolidare la risalita dei prezzi. Per quella opzione si sono schierati apetamente molti funzionari dei Paesi dell’Organizzazione e ad essa vicini, come la Russia, ma con le tensioni geopolitiche nell’aria ogni soluzione resta aperta.

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