AGI – Cinque referendum ammessi e due, sulla cannabis e sulla responsabilità civile dei giudici, bocciati. Il presidente della consulta, Giuliano Amato, ha spiegato che “non è mai stato necessario votare: in alcuni casi l’orientamento è stato unanime, in altri prevalente”.
Quanto alla decisione di ieri sul fine vita e alle polemiche che ne sono seguite, Amato ha detto che “il referendum non era sull’eutanasia, ma sull’omicidio del consenziente”.
“Leggere o sentire che chi ha preso questa decisione non sa cos’è la sofferenza mi ha ferito, ha ferito tutti noi”.
“Il referendum era sull’omicidio del consenziente e sarebbe stato lecito in casi più numerosi e ben diversi da quelli di eutanasia”, ha aggiunto. Il quesito sull’omicidio del consenziente, come è stato formulato, “apre all’immunità penale per chiunque uccida qualcun’altro con il consenso di quel qualcun’altro, che sia malato oppure no, che soffra oppure no”. Quindi il presidente della Corte costituzionale ha aggiunto: “Occorre dimensionare il tema dell’eutanasia a coloro ai quali si applica, ossia a coloro che soffrono. Noi non potevamo farlo sulla base del quesito referendario, con altri strumenti, lo può fare il Parlamento”.
Sono in tutto 5 i referendum che hanno superato il vaglio di ammissibilità della Corte costituzionale. Questi, nel dettaglio, i temi su cui i cittadini saranno chiamati alle urne la prossima primavera.
Legge Severino
Il quesito propone l’abolizione del decreto legislativo del 2012 sulla incandidabilità, ineleggibilità e decadenza automatica per i parlamentari, per i rappresentanti di governo, per i consiglieri regionali, per i sindaci e per gli amministratori locali in caso di condanna.
Custodia cautelare
Con il referendum si propone di limitare la carcerazione preventiva per il pericolo di “recidiva” solo ai reati più gravi. Obiettivo dei promotori, quello di arginare eventuali “abusi”.
Separazione carriere
Si propone lo stop totale alla possibilità per i magistrati di passare, nel corso della carriera, dalla funzione requirente a quella giudicante e viceversa.
Elezioni Csm
Il quesito concerne l’abrogazione dell’obbligo, per un magistrato che intende candidarsi alle elezioni per i togati al Csm, di trovare da 25 a 50 firme per presentare la candidatura.
Avvocati in consigli giudiziari
La proposta riguarda la possibilità dei ‘laici’ – avvocati o professori – di partecipare al voto nei Consigli giudiziari in caso di deliberazioni sulla valutazione professionale dei magistrati. (AGI)